Mali di stagione

Pregliasco: altro che influenza… “pacifica”!

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Come anticipato dal noto virologo dell’Università degli Studi di Milano, il Dott. Fabrizio Pregliasco, l’influenza chiamata “Pacifica” è arrivata e dopo l’Epifania ha messo ko milioni di italiani, soprattutto i bambini. Doveva essere un’influenza di media-intensità, di poco superiore a quella dell’anno scorso, ma le mutazioni climatiche e l’abbassamento a picco delle temperature in prossimità del Natale, hanno favorito la diffusione e la “cattiveria” del virus. E chi ha fatto il vaccino, ma si è ammalato lo stesso, polemizza sulla sua efficacia. Facciamo il punto col dott. Pregliasco.

Dott. Pregliasco, questa influenza è stata più intensa del previsto?
“Come dico spesso, è sempre più difficile dare previsioni sulla durata e sull’intensità dell’influenza perché le condizioni climatiche degli ultimi anni si sono dimostrate sorprendenti, con sbalzi di temperatura imprevisti. Lo scorso anno, per esempio, si pensava arrivasse un’influenza di una certa serietà, ma le condizioni meteorologiche particolarmente miti hanno cambiato le carte in tavola. Quest’anno, invece, ci si aspettava un inverno freddo con una influenza di media intensità. L’inverno è stato particolarmente freddo e rigido e le condizioni meteo instabili, con picchi stagionali di gran lunga al di sotto della media proprio in prossimità dell’arrivo dell’influenza, hanno favorito il diffondersi del virus e la sua ‘cattiveria’ e forza. L’influenza di quest’anno, infatti, sta assumendo in Italia una incidenza epidemiologica maggiore rispetto ad altri Stati europei e superiore rispetto alle medie dello stesso periodo dello scorso anno. I dati dell’inizio del 2008 (online su www.acti-info.it) rilevano come l’attività influenzale sia più elevata rispetto alla prima settimana di gennaio del 2007. E i più colpiti sono i bambini fino a 4 anni. Tutto questo, comunque, rientra nelle previsioni di inizio stagione. E se l’andamento delle temperature seguirà l’attuale evoluzione, il picco epidemico verrà raggiunto intorno alla fine di gennaio protraendosi fino alla fine di febbraio. Come a dire, insomma, che non è ancora finita. Proprio per tutti questi motivi, l’arrivo dell’influenza non deve mai essere sottovalutato e consiglio sempre la vaccinazione”.

La vaccinazione, quindi, è efficace nel prevenire l’influenza?
“La vaccinazione eseguita nei mesi che vanno dalle metà-fine di ottobre fino alla fine di novembre offre una buona copertura contro i virus influenzali. Deve, però, essere stata eseguita correttamente, cioè non con largo anticipo sull’arrivo dell’influenza, altrimenti si rischia che la sua efficacia sfumi proprio nei mesi del picco influenzale, e non troppo vicino al suo arrivo, dato che la sua copertura parte dopo circa 15 giorni. È bene sottolineare, però, che il vaccino antinfluenzale non protegge mai nel 100 per cento dei casi, ma solo nel 70-80 per cento. E anche quest’anno ha funzionato, basta osservare i dati diffusi da Influnet (la rete di sorveglianza nazionale). Fra gli anziani, infatti, che rappresentano la categoria più alta di vaccinati, i malati sono circa 3 su mille mentre i bambini, molto meno vaccinati, sono circa 18 su mille. Inoltre, l’influenza presa nonostante il vaccino è meno aggressiva e, quindi, si può affermare che il vaccino protegge dalle complicanze tipiche di questa malattia (polmoniti o bronchiti, per esempio), più temibili dell’influenza stessa in alcuni casi. Infine, l’influenza non deve essere confusa con altre tipologie di virus, molto diffuse in questo periodo, che si manifestano con sintomi simili a quelli dell’influenza, ma più leggeri, come l’Adenovirus (che provoca la febbre alta) o il Rhinovirus (che provoca il raffreddore) o i virus che causano malattie gastrointestinali. Contro di loro il vaccino non è efficace”.

Ha qualche consiglio pratico per evitare di ammalarsi?
“Cercare di tenersi lontano, per quanto possibile, dai luoghi affollati, stretti e chiusi come, per esempio, le metropolitane, vestirsi ‘a cipolla’ per sottrarsi alle escursioni termiche troppo intense ed evitare di stringere la mano a una persona e portarla, poi, vicino al viso (questo è uno dei modi più facili tramite cui si diffonde il virus alle vie respiratorie)”.

A cura di Lucrezia Zaccaria