L’appendicite è l’infiammazione acuta dell’appendice, un piccolo viscere localizzato sul colon destro.
L’appendice è un prolungamento dell’intestino posto a livello del cieco, situato in genere nella parte destra dell’addome. Non si conosce precisamente il suo ruolo, ma si pensa possa contribuire a proteggere l’intestino dalle infezioni ed è anche considerata un processo involutivo della sacca intestinale degli erbivori.
L’appendicite è molto comune e può verificarsi a tutte le età, ma interessa con più frequenza i soggetti giovani. Se non adeguatamente trattata, l’appendicite può evolvere fino a perforare la zona dell’intestino e portare quindi a una peritonite.
È molto importante conoscere bene i sintomi per intervenire prima dell’insorgere di gravi complicazioni: ne parliamo con il dottor Marco Platto, medico di chirurgia generale presso Humanitas Mater Domini di Castellanza e il centro Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Appendicite: i sintomi più comuni
I sintomi con cui si manifesta l’appendicite sono:
- Dolore addominale, talvolta dopo un periodo prodromico di uno-due giorni di disturbi dispeptici, come inappetenza, cefalea, o nausea. Dopodichè il paziente viene colpito prima da un dolore di tipo colico e poi da un dolore continuo, localizzato nella parte inferiore destra dell’addome (fossa iliaca destra), che in alcuni casi si può irradiare alla coscia omolaterale e alla regione lombare.
- Nausea e vomito
- L’alvo si chiude progressivamente prima alle feci e poi ai gas
- Febbre (38-38,5°C).
Le cause dell’appendicite
Il fattore che determina l’appendicite è l’ostruzione del lume dell’organo, causato frequentemente da un corpo estraneo (coprolito) e più raramente da un’angolazione o una torsione del viscere. La creazione di una camera chiusa favorisce la moltiplicazione batterica, l’aumento della pressione endoluminale causa stasi e ischemia, con la creazione di un terreno favorevole per l’invasione parietale dei germi.
Appendicite: diagnosi e trattamento
La diagnosi di appendicite è, almeno all’inizio, clinica: la sede del dolore, la contrattura muscolare, la nausea e il vomito a cui si associano alterazioni degli esami del sangue con aumento della conta dei globuli bianchi (leucocitosi) e della proteina C reattiva (PCR) sono tutte indicazioni utili per la diagnosi.
Se la sede dell’appendice non è tipica ma si colloca dietro al colon – retrocecale – o dietro al fegato – sottoepatica – la diagnosi potrebbe essere più difficoltosa; per un corretto inquadramento diagnostico è bene eseguire un’ecografia addome e, successivamente, una TAC addominale.
Il trattamento, nelle forme lievi e iniziali, può essere effettuato con terapia antibiotica ad ampio spettro.
L’intervento chirurgico
L’intervento chirurgico di appendicectomia è, in genere, necessario.
Solo in una percentuale più ridotta, nelle forme più lievi, è possibile tentare un trattamento conservativo con terapia antibiotica ad ampio spettro associato a stretto monitoraggio clinico e di laboratorio.
L’intervento chirurgico si effettua con tre incisioni: una sovraombelicale, una al fianco sinistro, e la terza sovrapubica.
Attraverso questi tre accessi l’appendice viene sezionata a livello della sua base di impianto e asportata.
Nei casi più gravi, anche se ciò si verifica sempre più di rado, l’intervento in laparoscopia deve essere interrotto ed è necessario provvedere a un’incisione con accesso addominale classico.
L’accesso mini-invasivo permette tempi di recupero più rapidi e nell’arco di 24-48 ore il paziente può tornare a casa.