L’emicrania è la forma di mal di testa più comune. Non tutte le emicranie, però, sono uguali: in alcuni casi il dolore insorge senza alcun preavviso, mentre in altri casi la sensazione dolorosa arriva dopo una serie di altri disturbi, ad esempio della vista, della parola, della sensibilità e motori che di solito durano tra i 20 e i 60 minuti.
Si tratta di due accezioni diverse dell’emicrania, ovvero “con aura” e “senza aura”.
Approfondiamo l’argomento con Vincenzo Tullo, specialista neurologo in Humanitas e responsabile del Centro Cefalee in Humanitas.
Per cominciare, che cos’è l’emicrania?
«L’emicrania è un disturbo del sistema nervoso centrale che coinvolge alcuni neurotrasmettitori e alcuni circuiti del dolore e che ha delle caratteristiche ben precise che devono essere rispettate per poter porre la diagnosi».
Il dolore deve durare 4-72 ore ed essere caratterizzato da almeno due di queste quattro caratteristiche:
- deve avere localizzazione unilaterale;
- essere di tipo pulsante;
- essere di intensità media o forte;
- essere aggravato da attività fisiche di routine come camminare o salire le scale.
A queste caratteristiche di solito si aggiungono almeno uno di questi quattro sintomi:
Emicrania: che cos’è l’aura?
Riconosciamo due tipologie di emicranie. Le cosiddette “emicranie senza aura”, che in passato venivano chiamate “emicranie comuni”; e le “emicranie con aura”, ovvero quelle che in passato venivano definite “emicranie complicate” o “emicranie oftalmiche”.
Importante è non confondere le due tipologie. L’aura si manifesta immediatamente prima del dolore alla testa e non è quindi da confondere con i sintomi prodromici tipici dell’emicrania, come malessere, sbadigli, stanchezza e alterazioni dell’appetito, che possono insorgere anche dal giorno prima e interessare tutti i soggetti che soffrono di emicrania, indipendentemente dalla presenza o meno dell’aura.
Emicranie con aura e senza aura: le differenze
A differenza delle emicranie senza aura, nelle emicranie con aura il dolore emicranico viene preceduto dalla comparsa di una o più disfunzioni del sistema nervoso centrale a carico della vista, della parola, della sensibilità e del movimento.
Spiega il dottor Tullo: «L’aura viene scatenata da un’onda elettrica anomala che parte dalla regione posteriore del cervello e si sposta in avanti, muovendosi con una velocità di circa tre millimetri al minuto, cosa che potrà poi provocare sofferenza a carico delle diverse aree cerebrali che interessano vista, parola, sensibilità, movimento. Nel corso dell’aura questi disturbi possono comparire isolatamente, ma anche essere tutti sperimentati, concatenandosi uno dietro l’altro.
La durata dell’aura è compresa tra i 20 e i 60 minuti per ogni singolo sintomo, ma solitamente dura in tutto meno di un’ora. Dopodiché, compaiono i classici dolori alla testa».
Aura e disturbi visivi
Poiché la regione cerebrale occipitale comprende la porzione del cervello che si occupa della vista, è molto frequente che l’aura si manifesti anche con disturbi visivi – motivo per il quale, tra l’altro, si parlava anni fa di “emicrania oftalmica”.
Diversi sono i sintomi che possono comparire. A livello visivo possono comparire diversi sintomi, come:
– i disturbi cosiddetti “positivi”, caratterizzati cioè dal vedere qualcosa che non c’è (luci scintillanti, linee ondulate dette fotopsie o fosfeni).
– i disturbi cosiddetti “negativi”, in cui non si riesce più a vedere una porzione del campo visivo o si ha una visione offuscata di parte del campo visivo stesso.
Quando rivolgersi allo specialista?
La visita specialistica neurologica è sempre indicata in caso di emicrania con e senz’aura e in generale nell’ambito delle cefalee è indicata:
- quando la cefalea è insistente e si presenta con una regolarità e un’intensità tale da rendere difficile lo svolgimento delle attività quotidiane;
- quando sono presenti altri disturbi come vertigini, disturbi visivi, convulsioni, febbre, rigidità nucale, vomito, alterazioni della coscienza anche minime;
- quando la cefalea è resistente al trattamento;
- in caso di trauma cranico;
- quando insorge improvvisamente e con elevata intensità.
Il neurologo saprà diagnosticare correttamente la forma di cefalea del paziente e saprà impostare un’adeguata terapia farmacologica sia per l’attacco che per la prevenzione. In questi ultimi anni è stato fatto un importante passo avanti nella cura dell’emicrania perché sono arrivati dei nuovi farmaci di prevenzione noti come “anticorpi monoclonali” che sono in grado di ridurre del 60-70% i giorni mensili di emicrania. La loro somministrazione è mensile e la dose si inietta sottocute (ad esempio nella coscia) tramite una siringa preriempita di facile utilizzo che consente al paziente di autoiniettarsi il farmaco. La prescrizione di questi farmaci tramite il SSN è possibile solo da neurologi di centri cefalee regionali.