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Acne, ecco il laser che “spegne” le ghiandole sebacee

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Stop all’acne. L’Università della California di Santa Barbara ha messo a punto, in collaborazione con un’azienda statunitense, un nuovo trattamento che combina ultrasuoni, nano particelle di silice e oro, pari a un centesimo della larghezza di un capello, e laser e che indebolirebbe l’intensità e la frequenza delle eruzioni cutanee.

A dare notizia della novità è la rivista Journal of Controlled Release. Segno caratteristico dell’adolescenza, i brufoli si formano quando i follicoli vengono bloccati dal sebo, una sostanza oleosa secreta dalle ghiandole sebacee presenti sulla superficie cutanea che impermeabilizza e lubrifica la pelle. I problemi arrivano quando frammenti di peli, sporco e altre sostanze del sebo bloccano i pori, ovvero l’apertura dei follicoli, oppure quando c’è una sovrapproduzione di sebo. Indipendentemente dal motivo, accumulandosi il sebo, vengono trattenuti i batteri che causano infiammazioni e infezioni, ovvero l’acne.

Secondo uno dei ricercatori che hanno lavorato a questa terapia, il problema verrebbe risolto alla radice. Questo perché le basse frequenze degli ultrasuoni spingono attraverso i follicoli le nano particelle di silice rivestite d’oro nelle ghiandole sebacee. Colpite da un laser, queste particelle trasformano la luce in calore; una volta riscaldate, “spengono” le ghiandole sebacee iperattive ripristinando una secrezione regolare del sebo. Il processo non irrita né secca la superficie cutanea e, inoltre, non ha gli stessi effetti indesiderati dell’assunzione di antibiotici. La terapia è particolarmente indicata per i pazienti con forme di acne avanzate o difficili da trattare. Tuttavia, devono essere ulteriormente esaminati alcuni aspetti di lungo periodo. Approfondiamo l’argomento con i professionisti di Humanitas.

Contro l’acne, meglio micropeeling e terapia fotodinamica

Che l’acne sia un fastidio sempre meno tollerato dai giovani è una realtà, così come il tentativo di curarlo con metodi fisici e non farmacologici che va avanti da molti anni. Questa è sicuramente una tecnica interessante ma i ricercatori americani si dimenticano che l’acne non è un disturbo acuto da rimettere in ordine ma una patologia che dura anni, a volte più di dieci. Questa nuova terapia può avere alcune possibili controindicazioni: è vero che se bombardiamo le ghiandole col calore le disattiviamo realizzando una buona azione anti-acne, ma è anche vero che questo poi ritorna e se continuiamo con i trattamenti termici, finiamo per dare seri danni alle strutture cutanee, non solo alle ghiandole sebacee.

Le alternative ci sono. In Humanitas sono stati abbandonati i trattamenti termici per l’acne, preferendo utilizzare tecniche più soft come il micropeeling e la terapia fotodinamica. Si utilizzano farmaci, ma con le queste tecniche si può andare avanti a curare bene l’acne per tutta la sua durata senza indurre danno alla pelle o all’organismo.

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