Tatuaggi e cura dei tumori della pelle, c’è relazione? Ricoprire il corpo con disegni molto estesi e colorati, può essere causa di ritardi nella diagnosi di melanoma e nella possibilità di intervenire in tempo per la cura dei tumori della pelle. È questo l’allarme lanciato durante il “Forum internazionale dell’Osservatorio sull’infanzia, l’adolescenza e la famiglia” tenutosi nei giorni scorsi a Napoli.
Abbiamo chiesto il parere dei professionisti di Humanitas.
I tatuaggi estesi, dal punto di vista dermatologico, sono un autolesionismo. Il ritardo di diagnosi di un melanoma perché mascherato dal disegno scuro del tatuaggio è solo uno dei problemi sanitari legato a questa discutibile moda. Ci sono poi le infezioni trasmesse durante il disegno, le reazioni allergiche ai colori iniettati e lo sviluppo di malattie come la sarcoidosi (malattia che insorge fra i 20 e i 40 anni di età e che interessa i tessuti connettivi).
Esistono poi altri aspetti legati ai tatuaggi che spesso rimangono oscuri e sui quali è bene iniziare a fare luce. Quando si esegue un tatuaggio solo il 30% del pigmento rimane nella pelle per comporre il disegno. Il resto viene riassorbito dal sistema linfatico e dai vasi sanguigni. Poiché le particelle di colore non possono essere metabolizzate, queste vanno a depositarsi nei tessuti e a occludere i vasi più piccoli del corpo come quelli del rene e del cervello.
Ancor peggio quando si tenta di eliminare con il laser il tatuaggio: le micro particelle di pigmento che scompaiono dalla pelle finiscono tutte nel sangue creando ulteriori danni.
Dunque è bene sempre ricordarsi che fare i tatuaggi è male, toglierli è peggio.
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