Le creme solari sono ritenute immancabili nella borsa delle vacanze e vengono spesso acquistate con un alto fattore protettivo per i primi bagni di sole per poi magari scendere un po’ una volta presa confidenza con l’estate.
I professionisti di Humanitas ci rivelano però che le regole per l’esposizione al sole, soprattutto rispetto all’uso delle creme solari, stanno cambiando negli ultimi anni, anche se non vi sono ancora indicazioni ufficiali precise. Le creme solari sono sempre state ritenute fondamentali per la protezione di tutti, dai bambini agli anziani; si è sempre pensato che più alto fosse il fattore di protezione, minore fosse il rischio di danni da raggi UV, cioè soprattutto invecchiamento delle pelle e tumori cutanei. Queste convinzioni negli ultimi dieci anni hanno iniziato a traballare, soprattutto negli Stati Uniti e in Australia.
Alcuni studi infatti hanno rivelato che l’uso della crema solare non ridurrebbe l’insorgenza di tumori cutanei. Sono ancora in corso ricerche e studi per approfondire la situazione, ma sta di fatto che i tumori cutanei sono in costante aumento, segno che qualche cosa non funziona nel nostro modo di fotoproteggerci.
Le critiche della comunità scientifica
I filtri solari chimici che compongono le creme solari sono molecole instabili, tutt’altro che sicure. Alcuni sono mutageni, altri carcinogeni, tutti potenzialmente allergizzanti e tutti inquinanti ambientali.
Inoltre i filtri chimici non assorbono tutte le radiazione ultraviolette e sommato al fatto che difficilmente la crema solare è spalmata uniformemente e in quantità necessaria, si può dedurre che la protezione solare con crema, anche a fattore alto, è solo parziale.
Se poi consideriamo che chi ha applicato una crema solare tende a stare esposto al sole più a lungo, si può concludere che l’approccio al sole va completamente rivisto.
Le buone norme sotto il sole
A rischio sono soprattutto i bambini, in Humanitas sconsigliamo di utilizzare con loro creme solari, ma di tenerli coperti con indumenti leggeri, cappello e occhialini da sole. Si può godere una giornata all’aperto trascorrendo la maggior parte del tempo all’ombra. Anche al mare, i bambini possono giocare serenamente e al sicuro sotto l’ombrellone o protetti dagli indumenti.
Gli adulti poi dovrebbero dimenticare le ore trascorse sotto il sole e se sono al mare, fare un bagno, asciugarsi al sole e poi spostarsi all’ombra oppure indossare gli indumenti fotoproteggenti. Quella di svestirsi al sole è una tendenza profondamente occidentale, la maggior parte dei popoli del mondo si copre se deve stare al sole, è una questione culturale ed educativa.
Quando i raggi del sole sono vietati
Vi sono poi alcune categorie che devono evitare i raggi del sole: persone con patologie dermatologiche, con malattie autoimmuni, quelle che hanno subito un trapianto o quelle in cura con farmaci fotosensibilizzanti. Sebbene questi pazienti si coprano al sole, hanno comunque parti del corpo esposte, come mani e viso. In Humanitas a queste categorie di pazienti prescriviamo delle miscele d’Argilla e altri minerali riflettenti la luce solare. Questa miscele si possono applicare sulla cute del volto o dorso mani,non si assorbono, non inquinano e danno una protezione completa che dura a lungo.
Questa delle Argille è un’opzione protettiva che dovrebbe essere presa in considerazione anche dagli sportivi che praticano sport all’aria aperta e che, sebbene vestiti, hanno volto e mani costantemente esposti ai raggi UV.
A cura di Valeria Leone