Quando il seno è molto grande oppure “caduto”, può causare problemi seri. Non sono solo estetici i motivi che portano una donna dal chirurgo plastico.
Non sono solo estetiche le ragioni che spingono le donne con il seno molto grande, oppure “caduto”, a rivolgersi al chirurgo plastico. Mammelle con queste caratteristiche, infatti, danno luogo a veri problemi. Ne parliamo con il professor Marco Klinger, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica II presso l’Istituto Clinico Humanitas.
Innanzitutto, professore, di che interventi al seno si tratta?
“Di mastoplastica riduttiva per le mammelle molto grandi e di mastopessi per quelle cosiddette ptosiche, cioè che si sono abbassate, come effetto dell’età, di granvidanze e allattamento. Il primo intervento di solito avviene in anestesia generale e comporta due incisioni, una nella parte inferiore dell’areola e un’altra in verticale, fino al solco mammario, cioè quel solco che si forma tra la mammella e il busto. Quanto al secondo, invece, in casi non particolarmente accentuati si può trattare di un’operazione davvero piuttosto soft, in cui il rimodellamento della ghiandola mammaria e la costruzione di un nuovo cono, più in alto e più proiettato, lascia solo una cicatrice attorno all’areola, in una posizione in cui naturalmente tende ad essere praticamente invisibile”.
Quali motivazioni spingono a sottoporsi alla mastoplastica riduttiva?
“A parte il desiderio di un aspetto fisico più ‘in ordine’, mammelle molto grandi e ptosiche comportano spesso la macerazione della cute nel solco mammario, dovuta al fatto che il sudore rimane “intrappolato” nella piega. Nel caso di gigantomastia, cioè di mammelle veramente grandi, ci sono poi tutte le conseguenze legate al peso delle stesse, che si fanno sentire sia a livello di postura – e di conseguenza possono dar luogo alla lunga a problemi ortopedici – sia per quanto riguarda fastidi solo apparentemente di poco conto, come i solchi che le spalline del reggiseno scavano progressivamente sulle spalle”.
I vantaggi sono chiari, ma quali sono invece gli “inconvenienti”, a iniziare dalla convalescenza?
“Col passare degli anni, le manovre chirurgiche sono diventate più semplici e più veloci. Basta pensare che un tempo la mastoplastica riduttiva richiedeva tra le 4 e le 7 ore di sala operatoria, mentre oggi ne bastano in media 2. Analogamente, si è ridotta la convalescenza. Per limitarsi al caso più impegnativo, quello della mastoplastica riduttiva, i punti si riassorbono naturalmente dopo 7-10 giorni. A questo punto, si è in grado di riprendere in pieno la vita normale, con la sola accortezza di evitare sforzi particolari e aver cura delle cicatrici, con compressioni e massaggi, per far sì che si sviluppino nel modo migliore, per essere il meno visibili possibile”.
Ci sono casi di pazienti operate al seno e pentite?
“Direi proprio di no. Innanzitutto, come ogni intervento, anche questi comportano un certo iter, che comprende esami del sangue, radiografia del torace, elettrocardiogramma e visita dell’anestesista. Insomma, non sono scelte improvvisate. E poi, da sempre opero solo persone completamente convinte, tra le quali è piuttosto difficile che ci siano dei pentimenti. Comunque, nell’eventualità remota, si può sempre scegliere di impiantare le protesi al silicone, aumentando così il volume“.
A proposito di aumento del seno: ci sono casi di mammelle che dopo una mastoplastica riduttiva sono cresciute? Esistono veramente o è una leggenda metropolitana?
“Può capitare. Le mammelle sono organi bersaglio di ormoni e sono quindi sensibili alle variazioni che si possono verificare negli anni. Solo raramente, però, si tratta di aumenti tali da suggerire un nuovo intervento riduttivo“.
Per quanto riguarda la mastopessi, quali possono essere le evoluzioni nel tempo? Un nuovo “crollo” del seno?
“I tessuti, tutti i tessuti e non solo quelli delle mammelle, tendono a ‘cadere’ con gli anni, per cui è giusto aspettarsi dei cambiamenti progressivi, con l’avanzare dell’età. In generale, però, se la paziente si impegna ad evitare grandi cambiamenti di peso, il risultato tende a rimanere buono nel corso degli anni”.
A cura della Redazione