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	<title>Alimentazione Archives - Humanitas Salute</title>
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	<title>Alimentazione Archives - Humanitas Salute</title>
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		<title>Estate: frutta e verdura possono causare reflusso?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 23 Jul 2024 13:30:17 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[Gastroenterologia]]></category>
		<category><![CDATA[bruciore]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>In estate, con l’aumento delle temperature si consumano maggiormente verdura [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[
<p>In estate, con l’aumento delle temperature si consumano maggiormente verdura e frutta fresca. Tuttavia, ci sono persone che, dopo averle mangiate, possono avvertire <strong><a href="https://www.humanitas.it/sintomi/bruciore-di-stomaco/?_gl=1*1h9qi67*_up*MQ..*_ga*MjEzMTczODA1Ny4xNzIxNzI1ODQ2*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTcyNTg0NS4xLjEuMTcyMTcyNjY2OS4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTcyNTg0NS4xLjEuMTcyMTcyNjY2OS4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTcyNTg0NS4xLjEuMTcyMTcyNjY2OS4wLjAuMA..">bruciore allo stomaco</a> e sintomi da reflusso gastrico.</strong></p>



<p>Ne parliamo con la<strong><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/maria-bravo/"> dottoressa Maria Bravo</a></strong>, biologa nutrizionista di <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/">Humanitas San Pio X</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Quali sono i sintomi del reflusso gastroesofageo?</h2>



<p>Il <a href="https://www.humanitas.it/malattie/reflusso-gastroesofageo/?_gl=1*rx1p07*_up*MQ..*_ga*MjEzMTczODA1Ny4xNzIxNzI1ODQ2*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTcyNTg0NS4xLjEuMTcyMTcyNjYzMy4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTcyNTg0NS4xLjEuMTcyMTcyNjYzMy4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTcyNTg0NS4xLjEuMTcyMTcyNjYzMy4wLjAuMA.."><strong>reflusso gastroesofageo</strong></a> è causato dalla risalita di succhi gastrici e cibo dallo stomaco, dovuta a un <strong>malfunzionamento del cardias</strong>, lo sfintere che separa l&#8217;esofago dallo stomaco. Il cardias funziona come una barriera che si apre per permettere al cibo di passare dall&#8217;esofago allo stomaco e si chiude per prevenire il ritorno del cibo predigerito e dei succhi gastrici, che potrebbero danneggiare la mucosa e le pareti dell&#8217;esofago.</p>



<p>Il reflusso gastroesofageo può essere episodico, ad esempio dopo <strong>pasti molto abbondanti</strong>, oppure può essere sintomo di una condizione cronica nota come <strong>malattia da reflusso gastroesofageo</strong>. In entrambi i casi, i sintomi includono bruciore di stomaco o esofageo, tosse, raucedine e sensazione di costrizione alla gola.&nbsp;</p>



<p>Alcuni alimenti, come la <strong>frutta</strong> estiva e certe <strong>verdure</strong> crude, possono stimolare una produzione eccessiva di succhi gastrici, aggravando i sintomi del reflusso, specialmente nelle persone affette.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Cosa mangiare per evitare il reflusso in estate?</h2>



<p>Le insalatone ricche di ingredienti come tonno, uova, pollo, formaggi freschi, salumi, aceto, pomodori e cipolla possono aumentare il bruciore e il reflusso. Quindi è indispensabile scegliere con cura gli ingredienti dell&#8217;insalata e limitare il consumo alcuni tipi di frutta fresca, come ad esempio gli agrumi, ma anche i pomodori, aglio e cipolla.&nbsp;</p>



<p>Inoltre, per prevenire il reflusso durante l&#8217;estate, è importante evitare o ridurre l&#8217;assunzione di caffè, tè, vino, cibi fritti, spezie e cioccolato, oltre a <strong>smettere di fumare</strong>. Il fumo di sigaretta, in particolare, riduce la salivazione e la tenuta del cardias, aumentando così il bruciore allo stomaco e il reflusso.</p>



<p>L’estate può anche essere un&#8217;opportunità per perdere peso in caso di sovrappeso o obesità, poiché queste condizioni possono contribuire al reflusso aumentando la pressione addominale. Infine, chi soffre di reflusso dovrebbe sempre <strong>mangiare seduto a tavola</strong>, in posizione eretta, evitando abiti stretti o cinture, e <strong>attendere almeno 90 minuti prima di sdraiarsi,</strong> anche durante un picnic in spiaggia o in montagna.</p>



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		<title>Quanto caffè si può bere?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 23 Jul 2024 11:29:21 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[caffè]]></category>
		<category><![CDATA[colesterolo]]></category>
		<category><![CDATA[cuore]]></category>
		<category><![CDATA[gastrite]]></category>
		<category><![CDATA[gravidanza]]></category>
		<category><![CDATA[maria bravo]]></category>
		<category><![CDATA[pressione arteriosa]]></category>
		<category><![CDATA[reflusso gastroesofageo]]></category>
		<category><![CDATA[stanchezza]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Il caffè è una bevanda molto popolare nella cultura italiana [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Il <a href="https://www.humanitasalute.it/enciclopedia/78620-caffe/"><strong>caffè</strong></a> è una bevanda molto popolare nella cultura italiana e non solo. Alcuni suoi benefici sono riconosciuti a livello scientifico, tuttavia è bene non esagerare con il consumo. Quanto caffè si può bere e quando è meglio evitarlo?</p>



<p>Ne parliamo con la <strong><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/maria-bravo/">dottoressa Maria Bravo</a></strong>, biologa nutrizionista di <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/">Humanitas San Pio X</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Caffè: quali sono i benefici?</h2>



<p>I benefici del caffè derivano dalla presenza di numerosi composti bioattivi, tra cui i polifenoli dell’acido clorogenico e i lignani, dotati di proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, oltre a sostanze che favoriscono la vasodilatazione.</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><strong>Mantiene bassa la pressione</strong>. Uno degli <a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36678184/">studi</a> più importanti, condotto su oltre 1500 maschi e femmine, iniziato nel 1972 in Romagna e pubblicato nel 2023 su <em>Nutrients</em>, mostra che il consumo di caffè non aumenta la pressione nelle persone in buona salute, ma contribuisce piuttosto a mantenerla bassa.</li>



<li><strong>Fa bene al cuore</strong>. Gli <a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34384881/">studi</a> hanno evidenziato benefici per il sistema cardiovascolare, il <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/anatomia/apparato-cardiocircolatorio/cuore/?_gl=1*15fug7b*_up*MQ..*_ga*ODMyNTgzMjQ3LjE3MjE3MjQwNjA.*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDM0OS4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDM0OS4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDM0OS4wLjAuMA..">cuore</a> e la pressione arteriosa. Ricerche precedenti hanno confermato che, nel caso di consumatori sani, il rischio di <a href="https://www.humanitas.it/malattie/fibrillazione-atriale/?_gl=1*cfbhsn*_up*MQ..*_ga*ODMyNTgzMjQ3LjE3MjE3MjQwNjA.*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDQyMy4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDQyMy4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDQyNC4wLjAuMA..">fibrillazione atriale</a>, malattie coronariche, <a href="https://www.humanitas.it/malattie/infarto/?_gl=1*1k7txhr*_up*MQ..*_ga*ODMyNTgzMjQ3LjE3MjE3MjQwNjA.*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDQ4Ni4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDQ4Ni4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDQ4Ni4wLjAuMA..">infarto</a> o <a href="https://www.humanitas.it/malattie/ictus-cerebrale/?_gl=1*1v66fg0*_up*MQ..*_ga*ODMyNTgzMjQ3LjE3MjE3MjQwNjA.*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDU0MC4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDU0MC4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTcyNDA1OS4xLjEuMTcyMTcyNDU0MC4wLjAuMA..">ictus cerebrale</a> non aumenta se si limita il consumo di caffeina alle quantità raccomandate, preferendo varianti come caffè espresso, moka e istantaneo, evitando il caffè non filtrato. Tuttavia, persone più sensibili alla caffeina potrebbero sperimentare un lieve e temporaneo aumento della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa.</li>



<li><strong>Aiuta il controllo del</strong> <a href="https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/?_gl=1*1yruff4*_up*MQ..*_ga*NTY2MDI5NjEyLjE3MjE2NTM2NTQ.*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTY1MzY1My4xLjEuMTcyMTY1MzY4NC4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTY1MzY1My4xLjEuMTcyMTY1MzY4NC4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTY1MzY1My4xLjEuMTcyMTY1MzY4NC4wLjAuMA.."><strong>colesterolo</strong></a>. Consumare moderatamente caffè può essere vantaggioso per mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo totale e LDL, specialmente se accompagnato da uno stile di vita sano e attivo.</li>



<li><strong>Contrasta la <a href="https://www.humanitasalute.it/enciclopedia/86008-stanchezza-spossatezza-2/">stanchezza</a></strong>. La caffeina presente nel caffè, una sostanza psicoattiva ed eccitante del sistema nervoso, può temporaneamente contrastare la stanchezza. Tuttavia, un consumo eccessivo può rendere più difficile il sonno notturno, pertanto il riposo resta l&#8217;antidoto migliore alla stanchezza.</li>



<li><strong>Agisce come blando antidolorifico</strong>. La caffeina agisce a livello del sistema nervoso centrale, offrendo un certo grado di sollievo dal dolore grazie alla sua azione analgesica lieve.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Quanto caffè bere?</h2>



<p>La quantità massima giornaliera di caffeina consigliata non dovrebbe superare i 400 milligrammi, corrispondenti a circa 5 tazzine di caffè preparato con la moka al giorno, o 4 tazze di caffè americano. Tuttavia, il consiglio è di limitarsi a <strong>massimo 3 tazzine di caffè al giorno</strong>, mentre in caso di gravidanza, si raccomandano al massimo 2 tazzine.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Caffè in gravidanza</h2>



<p>Durante la gravidanza, il consiglio è quello di utilizzare la caffeina con moderazione. Questo perché la donna in gravidanza sperimenta modificazioni cardiovascolari, tra cui un aumento della frequenza cardiaca per garantire un adeguato apporto di sangue alla placenta e al feto. Inoltre, la caffeina può attraversare la placenta e raggiungere il feto, che ha una limitata capacità di metabolizzarla. Alcuni studi hanno associato un elevato consumo di caffeina in gravidanza a un aumentato rischio di aborto.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Caffè e reflusso gastroesofageo&nbsp;</h2>



<p>Anche coloro che soffrono di <a href="https://www.humanitas.it/malattie/gastrite/?_gl=1*1yyd27e*_up*MQ..*_ga*MTE2MDQxMTcyNy4xNzIxNzI0NjAx*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTcyNDYwMC4xLjEuMTcyMTcyNDY2Mi4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTcyNDYwMC4xLjEuMTcyMTcyNDY2Mi4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTcyNDYwMC4xLjEuMTcyMTcyNDY2Mi4wLjAuMA..">gastrite</a> o <a href="https://www.humanitas.it/malattie/reflusso-gastroesofageo/?_gl=1*adwxsf*_up*MQ..*_ga*MTE2MDQxMTcyNy4xNzIxNzI0NjAx*_ga_82CNG99M6T*MTcyMTcyNDYwMC4xLjEuMTcyMTcyNDcwMi4wLjAuMA..*_ga_93VBWTCD7Z*MTcyMTcyNDYwMC4xLjEuMTcyMTcyNDcwMi4wLjAuMA..*_ga_BWYJ44G370*MTcyMTcyNDYwMC4xLjEuMTcyMTcyNDcwMi4wLjAuMA..">reflusso gastrico</a> possono sperimentare bruciore di stomaco o rigurgito, poiché la caffeina può contribuire ad aumentare le secrezioni acide nello stomaco.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Sensibilità alla caffeina</h2>



<p>Ogni persona possiede una <strong>predisposizione genetica</strong> a metabolizzare sostanze in modo diverso, incluso il caffè; questo fenomeno potrebbe spiegare perché alcune persone possono bere caffè prima di andare a letto senza influenzare il loro sonno notturno, mentre altre possono avere difficoltà a dormire se assumono caffè dopo pranzo.</p>



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		<title>Formaggi magri: quali sono e quanto mangiarne</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/alimentazione/104059-formaggi-magri-quali-sono-e-quanto-mangiarne/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 18 Jun 2024 06:19:24 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[formaggi]]></category>
		<category><![CDATA[formaggio]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[matteo cozzi]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Il formaggio è un alimento radicato nella nostra cultura alimentare, [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Il <strong>formaggio</strong> è un alimento radicato nella nostra cultura alimentare, ne esistono diverse varietà e viene prodotto a partire da differenti tipi di latte. La sua praticità e la sua appetibilità possono favorirne un <strong>consumo eccessivo</strong>, contribuendo a una dieta ricca di grassi saturi (quelli considerati “cattivi”).&nbsp;</p>



<p>Questo fenomeno può verificarsi anche perché molti formaggi, specialmente quelli freschi, vengono considerati magri e quindi consumati senza le dovute attenzioni. Ci sono formaggi che possono essere considerati magri? Quanto formaggio si può mangiare a settimana?</p>



<p>Ne parliamo con il dottor <strong>Matteo Cozzi</strong>, biologo nutrizionista presso i centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/news">Humanitas Medical Care</a><a href="https://www.humanitas-care.it/dove-siamo/hmc-lainate/">.</a></p>



<h2 class="wp-block-heading">Quali sono i formaggi magri?</h2>



<p>Innanzitutto è giusto dire che bisogna fare attenzione ad accostare la parola formaggio alla parola magro, in quanto poi si rischia di consumarne con più leggerezza dei quantitativi maggiori. Per definizione, i formaggi vengono classificati come magri in base al loro <strong>contenuto di grassi</strong>, quando quest’ultimo è <strong>inferiore al 20%</strong>, sulla sostanza secca. Con questa classificazione i formaggi magri nel vero senso della parola sono molto pochi e tendenzialmente sono solo quelli scremati. Tutti gli altri, ricotta compresa, rientrano nelle altre categorie che vanno dai formaggi leggeri a quelli grassi e molto grassi, classificati sempre in base al loro contenuto lipidico.</p>



<p>Tra le altre classificazioni, in base al tempo di stagionatura, è possibile fare una distinzione tra <strong>formaggi freschi e formaggi stagionati</strong>. I formaggi freschi, sottoposti a una maturazione inferiore ai 30 giorni, a parità di peso, contengono una maggiore quantità di acqua, rendendo possibile consumarne porzioni leggermente maggiori rispetto a quelli stagionati.</p>



<p>I<strong> formaggi da preferire</strong>, siano essi di pecora, capra o mucca, sono quelli <strong>freschi</strong> come la ricotta, lo stracchino e la mozzarella, poiché contengono una <strong>quantità inferiore di grassi e sale</strong> rispetto ai formaggi stagionati, in quanto hanno una maggiore percentuale di acqua.&nbsp;</p>



<p>Per quanto sia un latticino più che un formaggio vero e proprio, la <strong>ricotta</strong> è uno di quelli con la minore percentuale di grassi e di sale. Quando è prodotta con latte di bufala, contiene, in media, circa il 15-20% di grassi, mentre se si utilizza latte di mucca, capra o pecora, la presenza di grassi può scendere addirittura attorno all&#8217;10%.&nbsp;</p>



<p>La<strong> feta</strong>, un formaggio prodotto con latte di pecora, una piccola quantità di latte di capra e caglio, è spesso erroneamente considerata più salutare rispetto ad altri formaggi a pasta semidura. Tuttavia, i valori nutrizionali della feta sono più o meno simili ad altri formaggi freschi, a eccezione del <strong>contenuto di sale</strong>, che risulta essere più elevato.</p>



<p>Formaggi come la <strong>mozzarella</strong>, la <strong>crescenza</strong>, la <strong>scamorza</strong> e lo <strong>stracchino</strong> presentano percentuali di grassi che si aggirano intorno al 20-25% per ogni 100 g di prodotto, il che significa che contengono circa 20-25 g di grassi. Valori nutrizionali simili si possono osservare anche nei formaggi spalmabili.</p>



<p>La<strong> robiola</strong>, che generalmente è ritenuta come magra, invece ha una percentuale di grassi ancora più alta, che può arrivare anche intorno al 30%.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Quanto formaggio si può mangiare a settimana?</h2>



<p>Per la maggior parte delle persone, il formaggio rappresenta spesso una soluzione rapida e comoda per la pausa pranzo o a cena. Il formaggio è un’importante <strong>fonte nutrizionale di</strong> <strong>proteine, calcio e vitamina D</strong>, ma contiene anche <strong>grassi saturi, sale (sodio) e colesterolo</strong>, che, se assunti in quantitativi eccessivi, possono essere dannosi per la salute cardiovascolare.</p>



<p>Per queste sue caratteristiche, il formaggio non dovrebbe <strong>mai essere utilizzato</strong>, come spesso accade, <strong>come un’aggiunta ai pasti</strong> o come un alimento da spiluccare in attesa di mangiare o alla fine del pasto, ma bisogna considerarlo come una vera e propria <strong>alternativa alle altre fonti di proteine</strong> (carne, pesce, uova, legumi e salumi). Il suo consumo dovrebbe essere controllato, e limitato a <strong>non più di un paio di volte alla settimana</strong>. Nel caso venisse consumato insieme a una delle altre famiglie di alimenti che rappresentano delle fonti di proteine, allora bisognerebbe bilanciarne in maniera adeguata i quantitativi consumati.&nbsp;</p>



<p>In alternativa, può anche essere sfruttato e incluso nella preparazione di piatti unici, come condimento per piatti a base di cereali come pasta, riso, orzo e farro (ad esempio pasta con ricotta e pomodorini o insalata di farro con la feta).</p>



<p>Un appunto utile potrebbe essere quello relativo ai <strong>formaggi light</strong>, per i quali è giusto fare attenzione. Il fatto che un formaggio abbia un contenuto ridotto di calorie o di nutrienti (come grassi o sale), spesso si può tradurre in un consumo di quantitativi di prodotto maggiori. Inoltre, spesso, per mantenere comunque un’adeguata gradevolezza dal punto di vista del gusto, i prodotti light prevedono l’aggiunta di altri nutrienti/ingredienti, che chiaramente ne fanno scadere la qualità nutrizionale (es. formaggi senza grassi ma a cui è aggiunto sale, o viceversa). Oltretutto, la riduzione di nutrienti può determinare allo stesso tempo una diminuzione del senso di sazietà. Infine, per garantire comunque un’adeguata appetibilità, questi alimenti possono essere anche ricchi di additivi o composti chimici che ne peggiorano ulteriormente la qualità nutrizionale.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Chi non dovrebbe mangiare formaggi?</h2>



<p>A parte chi sceglie di non consumarlo per motivi personali, per coloro che soffrono di <strong>intolleranza al lattosio</strong>, non vanno consumati i formaggi freschi a pasta molle, come mozzarella, ricotta, fiocchi di latte, formaggi spalmabili e crescenza (tra i più comuni), mentre possono mangiare senza problemi, oltre a quelli dichiaratamente delatossati, anche i formaggi naturalmente privi di lattosio, come, tra gli altri, grana, parmigiano, asiago, gorgonzola e pecorino (anche se la quantità tollerata varia dalla sensibilità personale).&nbsp;</p>



<p>Inoltre, per la presenza di grassi saturi, devono fare particolare attenzione al consumo di formaggio coloro che presentano<strong> ipercolesterolemia e dislipidemie</strong>, mentre a causa del fatto che questa famiglia di alimenti è ricca di sale, anche le<strong> persone con ipertensione</strong> non dovrebbero avere un consumo con frequenza elevata.</p>



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		<title>Cosa mangiare con il colesterolo alto?</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/alimentazione/104036-cosa-mangiare-colesterolo-alto/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 28 May 2024 06:48:55 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[colesterolo]]></category>
		<category><![CDATA[colesterolo alto]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[laura agape]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Se le analisi del sangue hanno rilevato livelli elevati di [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Se le analisi del sangue hanno rilevato<strong> livelli elevati di colesterolo</strong>, il primo passo consigliato potrebbe essere quello di apportare <strong>modifiche alla dieta</strong>, privilegiando alcuni alimenti rispetto ad altri. Anche se spesso modificare lo stile di vita non è sufficiente da solo, è comunque il primo cambiamento raccomandato da introdurre.</p>



<p>Cosa mangiare in caso di colesterolo alto? Ne parliamo con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-care.it/medici/laura-agape/">Laura Agape</a>, dietologa presso i centri medici Humanitas Medical Care.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Che cos’è il colesterolo?</h2>



<p>Il colesterolo è un tipo di <strong>grasso presente nel sangue</strong> e può essere prodotto principalmente dall&#8217;organismo, ma può anche essere introdotto tramite l&#8217;alimentazione.</p>



<p>Esistono principalmente due tipi di colesterolo:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>Il colesterolo &#8220;cattivo&#8221;, noto come LDL (lipoproteine a bassa densità), che viene trasportato verso i tessuti e, se presente in eccesso, può accumularsi e provocare l&#8217;occlusione delle arterie.</li>



<li>Il colesterolo &#8220;buono&#8221;, chiamato HDL (lipoproteine ad alta densità), che trasporta il colesterolo dai tessuti verso il fegato, favorendone la rimozione dal sangue.</li>
</ul>



<p>L&#8217;ipercolesterolemia, o &#8220;colesterolo alto&#8221;, viene definita quando il valore del colesterolo totale nel sangue è superiore a 240 mg/dl.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Colesterolo alto: quali sono le cause</h2>



<p>Ci sono diversi fattori che possono essere responsabili dell’<strong>aumento di colesterolo</strong> nel sangue:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>fattori genetici (i più significativi)</li>



<li>squilibri ormonali</li>



<li>alcune patologie a carico del fegato</li>



<li>assunzione di particolari farmaci </li>



<li>alimentazione poco equilibrata e ricca in grassi animali</li>



<li>sedentarietà</li>



<li>fumo di sigaretta</li>



<li>sovrappeso.</li>
</ul>



<p>Livelli elevati di colesterolo rappresentano uno dei principali fattori di rischio per le <strong>malattie cardiache</strong>. Il colesterolo in eccesso può favorire la formazione di <strong>placche aterosclerotiche</strong>, che sono depositi di grasso che si accumulano all&#8217;interno dei vasi sanguigni. Queste placche possono ostruire le arterie, causando un rallentamento o addirittura un blocco del flusso sanguigno da e verso il cuore.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Cosa mangiare con il colesterolo alto?</h2>



<p>Ecco alcuni alimenti utili per contrastare i livelli elevati di colesterolo:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>Vegetali. Sono ricchi di fibre e aiutano a ridurre l&#8217;assorbimento del colesterolo intestinale. È consigliabile consumare almeno 2-3 porzioni al giorno, preferibilmente con la buccia.</li>



<li>Legumi. Ceci, lenticchie, fagioli e fave sono ricchi di proteine, fibre e ferro, che possono contribuire a ridurre il colesterolo &#8220;cattivo&#8221;. È consigliabile consumarli almeno 2-4 volte a settimana.</li>



<li>Cereali. Pane, pasta e riso integrali, così come farro, avena, quinoa e orzo, sono opzioni salutari.</li>



<li>Frutta secca. Noci, mandorle, nocciole e pistacchi, insieme ai semi di lino o di zucca, sono ricchi di grassi polinsaturi, come gli omega 3, che possono contribuire a ridurre il colesterolo.</li>



<li>Pesce. È consigliabile consumare pesce almeno 2-3 volte a settimana, preferendo quello azzurro ricco di omega 3. Molluschi e crostacei possono essere consumati una volta alla settimana.</li>



<li>Olio. Si consiglia di preferire oli vegetali che contengono grassi insaturi, come l&#8217;olio d&#8217;oliva, che possono ridurre il colesterolo LDL e aumentare l&#8217;HDL. Da evitare gli oli che contengono grassi saturi, come l&#8217;olio di cocco e di palma.</li>



<li>Carne. Si può consumare liberamente, preferendo tagli magri e rimuovendo il grasso prima della cottura.</li>



<li>Latte. È consigliabile preferire latte scremato o parzialmente scremato.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Colesterolo alto: gli alimenti da evitare</h2>



<p>Da evitare:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>Burro, lardo, strutto e fritture, in quanto sono fonti di grassi saturi.</li>



<li>Insaccati. È consigliabile limitarne al minimo il consumo, in quanto contengono spesso elevate quantità di grassi saturi e sodio.</li>



<li>Formaggi e uova. Anche se contengono quantità significative di grassi, sono anche fonti importanti di proteine. È consigliabile bilanciarne il consumo giornaliero con pasti a base di legumi o pesce.</li>



<li>Prodotti confezionati o lavorati. Questi prodotti possono contenere grassi trans, zuccheri aggiunti e altri ingredienti poco salutari, quindi è meglio limitarne il consumo.</li>
</ul>



<p>Bisognerebbe preferire metodi di cottura senza l&#8217;uso di grassi aggiunti, come la bollitura, la cottura a vapore, la cottura al microonde o la grigliatura. Al contrario, è meglio evitare la frittura in padella o nella friggitrice.</p>



<p>Tuttavia, è importante ricordare che l&#8217;alimentazione da sola potrebbe non essere sufficiente per gestire l&#8217;ipercolesterolemia. È consigliabile anche perdere peso, se in eccesso, aumentare l&#8217;attività fisica, soprattutto quella cardiovascolare, e smettere di fumare.</p>



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		<item>
		<title>Quali sono i sintomi della carenza di vitamine?</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/alimentazione/104020-quali-sono-i-sintomi-della-carenza-di-vitamine/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Mon, 27 May 2024 13:45:10 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category>
		<category><![CDATA[ipovitaminosi]]></category>
		<category><![CDATA[maria bravo]]></category>
		<category><![CDATA[vitamine]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>La fatica, il mal di testa, i problemi nel sonno, [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>La fatica, il mal di testa, i problemi nel sonno, la tachicardia, ma anche la pelle spenta e i capelli opachi possono essere sintomi dell&#8217;<strong>ipovitaminosi,</strong> ossia la <strong>mancanza parziale di vitamine</strong>. Di solito si assumono attraverso l&#8217;<strong>alimentazione</strong>, Di solito si assumono attraverso l’<strong>alimentazione</strong>, ma il consumo eccessivo di alcuni cibi a discapito di altri può generare squilibri e disturbi, a seconda della vitamina o del gruppo di vitamine coinvolte.</p>



<p>Ne parliamo con la <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/maria-bravo/">dottoressa Maria Bravo</a>, biologa nutrizionista di Humanitas San Pio X.&nbsp;</p>



<h2 class="wp-block-heading">I sintomi della carenza di vitamina B</h2>



<p>Tra le varie vitamine del gruppo B, la <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-b12-cobalamina/"><strong>vitamina B12</strong></a> è quella maggiormente soggetta a carenze, soprattutto tra coloro che adottano una dieta vegana o vegetariana. L&#8217;<a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-b9-acido-folico/"><strong>acido folico</strong></a>, noto anche come vitamina B9, è di fondamentale importanza per le donne che pianificano una gravidanza o sono già incinta, mentre la <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-b8-biotina/"><strong>vitamina B8</strong></a>, o biotina, è cruciale per il benessere di pelle e unghie.</p>



<p>La vitamina B12 si trova principalmente negli alimenti di origine animale. Per quanto riguarda la vitamina B8, è possibile trovarla in varie fonti, tra cui lievito di birra, arachidi, verdure, funghi, latticini, tuorlo d&#8217;uovo e fegato.</p>



<p>La <strong>carenza di vitamina B12 </strong>può manifestarsi con <strong>sintomi </strong>quali:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>tachicardia</li>



<li>confusione mentale</li>



<li>astenia (debolezza).</li>
</ul>



<p>La <strong>carenza di vitamina B8 </strong>(biotina) si manifesta con fragilità delle unghie e dei capelli.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Carenza di vitamina C: i sintomi</h2>



<p>La<strong> carenza di <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-c-acido-ascorbico/">vitamina C</a></strong> è un fenomeno molto raro nei nostri Paesi, soprattutto se si adotta un&#8217;alimentazione sana ed equilibrata, ricca di frutta e verdura fresca, preferibilmente cruda o poco cotta, e consumata entro 3-4 giorni dall&#8217;acquisto.&nbsp; La vitamina C è particolarmente presente in:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>arance</li>



<li>fragole</li>



<li>mandarini</li>



<li>kiwi</li>



<li>limoni</li>



<li>spinaci</li>



<li>broccoli</li>



<li>pomodori </li>



<li>peperoni.</li>
</ul>



<p>Associata agli alimenti vegetali che contengono ferro, come i legumi, la vitamina C aumenta l&#8217;assorbimento del ferro e contribuisce a prevenire la sua carenza (anemia sideropenica).</p>



<p>I <strong>sintomi della carenza di vitamina C</strong> includono:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>stanchezza</li>



<li>dolori muscolari e articolari</li>



<li>fragilità dei capelli </li>



<li>anemia.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Carenza di vitamina D: i sintomi</h2>



<p>Sebbene la <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-d/"><strong>vitamina D</strong></a> sia scarsamente presente negli alimenti, il corpo umano è in grado di sintetizzarla attraverso l&#8217;assorbimento dei raggi solari tramite la pelle, che successivamente viene immagazzinata nel fegato.</p>



<p>La vitamina D è reperibile in alimenti come salmone, sardine, crostacei, tuorlo d&#8217;uovo, succo d&#8217;arancia fresco, funghi, latte, yogurt e olio di fegato di merluzzo.</p>



<p>Una<strong> carenza di vitamina D</strong> può manifestarsi con&nbsp;</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>fragilità ossea, osteopenia e <a href="https://www.humanitas.it/malattie/osteoporosi/">osteoporosi</a></li>



<li>disturbi della coagulazione e della pressione arteriosa</li>



<li>irregolarità del ciclo mestruale.</li>
</ul>



<h2 class="wp-block-heading">Carenza di vitamine: quando servono gli integratori?</h2>



<p>L&#8217;errore più comune consiste nel ricorrere a integratori di vitamine e sali minerali senza una reale carenza diagnosticata attraverso un semplice <strong>esame del sangue</strong>. È importante tenere presente che una dieta sana ed equilibrata, ricca di alimenti di origine vegetale, freschi e di stagione, unita a uno stile di vita attivo, è sufficiente per garantire al nostro organismo tutte le vitamine e i sali minerali necessari.</p>



<p>Tuttavia, in determinate situazioni, come durante la menopausa, in età avanzata, durante la gravidanza, per coloro che seguono diete vegane o che eliminano determinati alimenti, oppure in presenza di patologie o interventi chirurgici che causano malassorbimento dei nutrienti, diventa fondamentale<strong> consultare un nutrizionista</strong>.&nbsp;Questo professionista sarà in grado di consigliare l&#8217;assunzione adeguata di vitamine e nutrienti in base alle esigenze specifiche di ciascun individuo.</p>



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		<item>
		<title>Quali sono i benefici del sushi?</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/alimentazione/103362-quali-sono-i-benefici-del-sushi/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 19 Dec 2023 14:35:55 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[altamente nutriente]]></category>
		<category><![CDATA[dolori addominali]]></category>
		<category><![CDATA[dottoressa Ilaria Velardi]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[omega 3]]></category>
		<category><![CDATA[sushi]]></category>
		<category><![CDATA[sushi rischi]]></category>
		<category><![CDATA[valutazione dietetica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Il sushi è ormai entrato a far parte delle scelte [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Il <strong>sushi</strong> è ormai entrato a far parte delle scelte alimentari di molte persone, anche grazie ai diversi ristoranti che lo preparano.</p>



<p>Il sushi, a base perlopiù di riso e pesce crudo, viene considerata una preparazione <strong>salutare e leggera</strong>. Quali sono i benefici e quali attenzioni avere nel mangiare pesce crudo?</p>



<p>Ne parliamo con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-care.it/medici/ilaria-velardi/">Ilaria Velardi</a>, biologa nutrizionista presso i centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/">Humanitas Medical Care</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Mangiare sushi fa bene?</h2>



<p>Il <strong>pesce crudo</strong>, rispetto a quello cotto, contiene una maggiore quantità di <strong>omega-3</strong>, un acido grasso essenziale che offre numerosi benefici per la salute, come la <strong>riduzione del rischio di diabete</strong> e <strong>malattie cardiache</strong>. Non essendo sottoposto a cottura, conserva meglio alcune vitamine (A, B1, B2, B5, C e D) e, al pari del pesce cotto, fornisce un importante apporto di iodio, sodio, ferro, zinco e fosforo.</p>



<p>Il sushi è preparato anche con riso, alghe, verdure, uova, frutta e farine varie che lo rendono un piatto <strong>altamente nutriente</strong>. La chiave però sta nella quantità consumata. Spesso molti ristoranti offrono la formula &#8220;all you can eat&#8221;, che permette di mangiare illimitatamente a un prezzo fisso, ma se consumato in modo controllato può essere un pasto completo e soddisfacente.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Il consumo di sushi è sicuro?</h2>



<p>La sicurezza del pesce crudo è determinata da vari fattori, come il modo in cui viene pescato, trasportato e conservato. La <strong>cottura ad alta temperatura</strong> solitamente elimina gli agenti patogeni che possono causare infezioni da microrganismi o parassitosi, come l&#8217;Anisakis, che provoca forti <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/dolore-addominale/">dolori addominali</a>, vomito e nausea.&nbsp;</p>



<p>Tuttavia, quando il pesce viene consumato crudo, è essenziale che sia trasportato e conservato secondo le normative vigenti e sottoposto a un processo chiamato &#8220;<strong>abbattimento</strong>&#8220;. Questo processo, obbligatorio per legge, prevede che il pesce venga conservato per almeno ventiquattro ore a una temperatura minima di -20°C prima del consumo, per <strong>ridurre la maggior parte dei rischi</strong>. Inoltre, è importante evitare un consumo eccessivo di pesci grandi e grassi, che possono accumulare quantità significative di <strong>metalli pesanti</strong>.</p>



<p>È <strong>sconsigliato</strong> il consumo di sushi alle <strong>donne in gravidanza</strong> perché alimenti poco cotti o crudi possono aumentare il rischio di infezioni come la salmonella. Inoltre il consumo di verdure crude (spesso abbinate ai piatti di pesce crudo), soprattutto se non sono state ben lavate, può aumentare il rischio di <a href="https://www.humanitas.it/malattie/toxoplasmosi/">toxoplasmosi</a>.&nbsp;</p>



<p>Inoltre, anche le persone con <strong>problemi alla tiroide</strong> devono fare attenzione: il consumo eccessivo di alghe, spesso usate nella preparazione del sushi, o di molta salsa di soia può avere effetti negativi sulla tiroide e comprometterne l&#8217;attività.</p>



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		<item>
		<title>Dieta vegana: le attenzioni perché sia equilibrata</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/alimentazione/103366-dieta-vegana-le-attenzioni-perche-sia-equilibrata/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 19 Dec 2023 09:46:06 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[alimentazione sana ed equilibrata]]></category>
		<category><![CDATA[carenze nutrizionali]]></category>
		<category><![CDATA[dieta vegana]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category>
		<category><![CDATA[maria bravo]]></category>
		<category><![CDATA[nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[stanchezza]]></category>
		<category><![CDATA[valutazione dietetica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Un’alimentazione sana ed equilibrata favorisce la salute e il benessere [&#8230;]</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/alimentazione/103366-dieta-vegana-le-attenzioni-perche-sia-equilibrata/">Dieta vegana: le attenzioni perché sia equilibrata</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Un’<strong>alimentazione sana ed equilibrata</strong> favorisce la salute e il benessere psico-fisico a ogni età, come confermato anche dalla letteratura scientifica. Vitamine, sali minerali, proteine, carboidrati e grassi sono micronutrienti e macronutrienti fondamentali per la salute della persona e laddove il loro apporto non sia sufficiente si può andare incontro a <strong>carenze nutrizionali</strong>.</p>



<p>Quali attenzioni occorre avere laddove si segua uno stile alimentare che non include alcuni alimenti, come per esempio nel caso di un’alimentazione a base esclusivamente vegetale? Cosa non deve mancare nella <strong>dieta vegana</strong>?</p>



<p>Approfondiamo l’argomento con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/maria-bravo/"><strong>Maria Bravo</strong></a>, biologa nutrizionista di <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/"><strong>Humanitas San Pio X</strong></a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Vegetariani e vegani: quali sono le differenze?</h2>



<p>La <strong>differenza principale</strong> tra una dieta vegetariana e una dieta vegana risiede nel tipo di alimenti che vengono esclusi. I vegetariani non consumano carni (compreso il pesce) e frutti di mare, ma includono nella loro dieta altri prodotti di origine animale come latte, latticini e uova, seguendo quindi una dieta latto-ovo-vegetariana. I vegani, invece, escludono dalla loro alimentazione <strong>tutti gli alimenti di origine animale</strong>, compresi latte, latticini, uova e miele.</p>



<p>Le <strong>motivazioni</strong> per adottare queste diete possono variare. C’è chi sceglie questo stile alimentare per ragioni etiche, come il rispetto per gli animali o per l&#8217;ambiente, dato che un minor consumo di risorse di origine animale può ridurre l&#8217;impatto ambientale fino al 70%. Altri scelgono queste diete per benefici sulla salute. Inoltre, vi è anche chi è mosso dalla curiosità di provare questi stili alimentari.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Carenze nutrizionali: quali sono i sintomi?</h2>



<p>Le <strong>carenze nutrizionali</strong> possono manifestarsi con sintomi comuni come <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/stanchezza-spossatezza"><strong>stanchezza</strong></a> e <strong>debolezza</strong>, problemi di concentrazione, a volte accompagnati da <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/crampi-muscolari/">crampi muscolari</a>, tipici in caso di carenza di vitamina B9 o acido folico, ferro e vitamina B12. Una scarsa assunzione di calcio e magnesio può causare <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/spasmi-muscolari/">spasmi muscolari</a> e aumentare il rischio di fratture ossee, mentre una carenza di proteine può portare a <a href="https://www.humanitas.it/malattie/edema">gonfiore (edema) alle gambe,</a> pelle secca e perdita di capelli.</p>



<p>È importante ricordare che il fabbisogno di nutrienti e micronutrienti varia in base a fattori come l&#8217;età, lo stress mentale e fisico, l&#8217;attività fisica, e in particolare per le donne in gravidanza. In alcuni momenti della vita, quindi, può risultare più delicato <strong>assicurare l&#8217;apporto adeguato</strong> di tutti i nutrienti e micronutrienti, indipendentemente dal tipo di dieta scelta.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Dieta vegana: a cosa fare attenzione</h2>



<p>Chi sceglie un’alimentazione a base esclusivamente vegetale dovrebbe controllare periodicamente i <strong>livelli di vitamina B12</strong>, acido folico, ferro, calcio e proteine. In base ai risultati, e con il supporto di un <strong>nutrizionista</strong> <strong>esperto</strong>, potrebbe essere necessario assumere integratori o apportare modifiche alla dieta.</p>



<p>Ad esempio, <strong>potrebbe essere utile</strong>:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li>Incrementare il consumo di cibi ricchi in acido folico (vitamina B9), quali verdure a foglia verde, frutta, cereali, legumi e noci.</li>



<li>Assumere una quantità adeguata di vitamina C (circa 1 g al giorno) per migliorare l&#8217;assorbimento del ferro presente negli alimenti proteici vegetali, che tende ad essere meno biodisponibile.</li>



<li>Consumare giornalmente alimenti ricchi di carotenoidi (vitamina A), presenti in frutta e verdura di colore giallo, arancione e nelle verdure a foglia verde.</li>



<li>Fare attenzione al consumo di oli vegetali e prodotti che li contengono per limitare l&#8217;apporto di lipidi (grassi).</li>



<li>Scegliere prodotti vegetali fortificati con vitamina B12, ferro e vitamina D, come alcuni tipi di cereali per la colazione e bevande vegetali.</li>



<li>Assumere acidi grassi omega 3, sia tramite integratori, sia includendo nella dieta semi oleosi, come i semi di lino macinati.</li>



<li>Cercare di introdurre in ogni pasto principale della giornata una fonte di proteine vegetali (es. Legumi, tofu, seitan, tempeh, bevande vegetai fortificate etc) per evitare di andare incontro a carenze proteiche.</li>
</ul>



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		<title>I benefici dell’uva</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 30 Nov 2023 15:00:48 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[alimenti supernutrienti]]></category>
		<category><![CDATA[benefici uva]]></category>
		<category><![CDATA[fonte di vitamine e sali minerali]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category>
		<category><![CDATA[maria bravo]]></category>
		<category><![CDATA[nutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[polifenoli]]></category>
		<category><![CDATA[uva]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Uno dei frutti tipici della stagione autunnale è l’uva, di [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[
<p>Uno dei frutti tipici della stagione autunnale è l’<strong>uva</strong>, di cui l’Italia è importante produttore. Esistono diverse varietà di uva da tavola, ma quali sono le sue proprietà e i suoi benefici? Vi sono persone che devono prestare attenzione al suo consumo?</p>



<p>Ne parliamo con la <strong>dottoressa</strong> <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/maria-bravo/"><strong>Maria Bravo</strong></a>, biologa nutrizionista di <a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/">Humanitas San Pio X</a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Uva: vitamine e fitonutrienti</h2>



<p>L&#8217;uva, il frutto della Vitis vinifera, rappresenta una <strong>ricca fonte di</strong> <strong>vitamine e sali minerali</strong>, tra cui spiccano il calcio, il magnesio, il potassio e il manganese. Tuttavia, i suoi benefici derivano principalmente dalla presenza di <strong>fitonutrienti</strong>, ossia sostanze chimiche naturali, come le vitamine, che contribuiscono in modo significativo alla salute generale. Tra i fitonutrienti contenuti nell&#8217;uva, si annoverano i <strong>polifenoli</strong>, con particolare enfasi sul resveratrolo, un membro della famiglia degli stilbeni. Altri fitonutrienti rilevanti includono flavanoli, flavonoli, carotenoidi e acidi fenolici.</p>



<p>Quando si tratta di selezionare le varietà di uva, al di là delle preferenze personali, è consigliabile concentrarsi sull&#8217;<strong>uva nera</strong> per ottimizzare l&#8217;apporto di sostanze benefiche per la salute. Questa varietà, rispetto all&#8217;uva bianca, è <strong>caratterizzata da un contenuto più elevato</strong> di fitonutrienti, in particolare nei suoi polifenoli, presenti in abbondanza nella buccia.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Quali sono i benefici dell’uva</h2>



<p>Sono i <strong>polifenoli </strong>contenuti nell&#8217;uva a conferirle una potenziale <strong>azione antiossidante</strong>, utile nella lotta contro i <strong>radicali liberi</strong> e, di conseguenza, nella prevenzione dei danni associati all&#8217;invecchiamento. Non sorprende quindi che l&#8217;uva sia spesso associata al<strong> benessere della pelle</strong>, perché aiuta la luminosità e l’idratazione, oltre a contribuire alla prevenzione dei segni dell&#8217;invecchiamento cutaneo.</p>



<p>L&#8217;uva è anche riconosciuta come un alimento che apporta significativi benefici alla <strong>salute del sistema cardiovascolare</strong>. Il resveratrolo, infatti, sembra contribuire alla protezione del cuore e alla fluidità del sangue. Tuttavia, è importante notare che, nonostante numerosi studi abbiano evidenziato gli effetti positivi di questa sostanza sul cuore e sulla circolazione sanguigna, non è ancora del tutto chiaro in quale quantità specifica il resveratrolo possa conferire benefici al sistema cardiovascolare.</p>



<p>Meno noti, ma altrettanto rilevanti, sono i potenziali benefici dell’uva sulla salute cerebrale, in particolare sulle <strong>funzioni cognitive</strong>. Uno <a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29163162/">studio</a> condotto da ricercatori italiani ha approfondito gli effetti positivi dei composti polifenolici presenti nell&#8217;uva sulla funzione cognitiva e lo stato neuropsicologico degli anziani.</p>



<p>Questo studio clinico randomizzato ha coinvolto 111 anziani in buona salute, dimostrando che l&#8217;assunzione quotidiana di 250 mg di un integratore a base di uva ha portato a miglioramenti significativi, misurati attraverso test cognitivi, nell&#8217;ambito dell&#8217;attenzione, della memoria e del linguaggio in soli 12 settimane.</p>



<p>L’uva inoltre <strong>regola il sonno e lo stress</strong>. Si è scoperto che gli acini d&#8217;uva possono giocare un ruolo significativo nella regolazione del ciclo sonno-veglia. Questo fenomeno è legato alla presenza di melatonina nell&#8217;uva, come dimostrato da diversi studi. Una <a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21615489/">ricerca</a> condotta in Italia ha identificato la presenza di melatonina non solo nella polpa e nella buccia dell&#8217;uva, ma anche all&#8217;interno dei semi, dopo il processo di maturazione. Oltre al miglioramento della qualità del sonno, l&#8217;uva può essere considerata un alimento prezioso per mitigare lo stress. Gli acini d&#8217;uva sono notevolmente <strong>ricchi di vitamina B6</strong>, un nutriente riconosciuto come cruciale per il metabolismo delle cellule nervose.</p>



<p>L’uva è composta per la maggior parte da acqua, che costituisce quasi l&#8217;80% del suo contenuto, e ricca di fibre: contribuisce pertanto in modo significativo a promuovere la <strong>regolarità intestinale</strong>. Questo frutto migliora il<strong> microbiota intestinale</strong>. Sempre più frequente è il dibattito sull&#8217;importanza dei cibi nella promozione della salute del microbiota intestinale. In questo contesto, l&#8217;uva emerge come un possibile elemento tra i cosiddetti &#8220;<strong>super alimenti</strong>&#8220;. Recenti studi hanno infatti dimostrato che il frutto della vite, in particolare i suoi polifenoli, può esercitare un impatto positivo sul microbiota intestinale. Una <a href="https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S096399691830557X?via%3Dihub">metanalisi</a> pubblicata su Food Research International ha evidenziato che i polifenoli contenuti nell&#8217;uva hanno la capacità di <strong>influenzare positivamente</strong> la composizione batterica intestinale, incrementando la presenza di Lactobacillus e Bifidobacterium. Questa scoperta assume notevole interesse, considerando che i lattobacilli svolgono un ruolo fondamentale nella promozione della salute, contribuendo alla digestione degli alimenti, all&#8217;assorbimento dei nutrienti e alla soppressione di microrganismi patogeni che possono scatenare vari disturbi, tra cui le infezioni delle vie urinarie.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Quando non mangiare l’uva?</h2>



<p>Nonostante i numerosi benefici, il consumo di uva <strong>deve essere moderato</strong> <strong>in alcune situazioni specifiche</strong>, in considerazione di alcune controindicazioni. Ad esempio, l&#8217;alto contenuto di potassio nell&#8217;uva richiede particolare cautela per chi assume farmaci betabloccanti a causa di patologie cardiache. Inoltre, un consumo moderato è consigliato per coloro che soffrono di <strong>insufficienza renale</strong>, e per i <strong>diabetici</strong>, dato il contenuto moderato di zuccheri. In quest&#8217;ultimo caso, è sempre consigliabile consultare un medico e monitorare attentamente l&#8217;assunzione complessiva di zuccheri durante il giorno.</p>



<p>Infine, chi soffre di <strong>gastrite</strong> dovrebbe fare attenzione, poiché l&#8217;acqua contenuta nell&#8217;uva può diluire i succhi gastrici, rallentando i processi digestivi e potenzialmente causare reflusso gastroesofageo, come avviene con altri frutti ad alto contenuto di acqua.</p>



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		<title>I benefici delle castagne</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 15 Nov 2023 12:50:42 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[castagne]]></category>
		<category><![CDATA[Elisabetta Macorsini]]></category>
		<category><![CDATA[valutazione dietetica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>La castagna, nota anche come &#8220;il cereale che cresce sull&#8217;albero&#8221;, [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[
<p>La <strong>castagna</strong>, nota anche come &#8220;il cereale che cresce sull&#8217;albero&#8221;, è un <strong>frutto</strong> con un elevato contenuto di <strong>carboidrati</strong>. Fino alla metà del secolo scorso, è stata persino chiamata &#8220;pane dei poveri,&#8221; in modo simile a come i legumi venivano definiti &#8220;carne dei poveri.&#8221; Tuttavia, oggi la castagna sta vivendo un periodo di rivalutazione grazie alla sua versatilità e alle sue <strong>notevoli qualità nutrizionali</strong>.</p>



<p>Scopriamo quali sono le sue proprietà e benefici con la dottoressa<a href="https://www.humanitas-care.it/medici/elisabetta-macorsini/"> <strong>Elisabetta Macorsini</strong></a>, biologa nutrizionista in <a href="https://www.materdomini.it/"><strong>Humanitas Mater Domini</strong></a> e presso i centri medici <a href="https://www.humanitas-care.it/"><strong>Humanitas Medical Care</strong></a>.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Castagne: cosa contengono</h2>



<p>La castagna è caratterizzata da un buon contenuto calorico e contiene <strong>proteine di alta qualità</strong>, tra cui triptofano, lisina e metionina, che sono amminoacidi essenziali. Inoltre, ha un <strong>basso contenuto di grassi</strong>, principalmente costituiti da grassi insaturi.</p>



<p>Inoltre, le castagne sono una fonte significativa di <strong>potassio</strong> e contengono una quantità ridotta di sodio. Includono anche<strong> vitamine del gruppo B, vitamina K e folati</strong>. Da notare inoltre il loro contenuto positivo di fibre, principalmente insolubili.</p>



<p>L&#8217;elevato contenuto di fibre presente nelle castagne le rende un alimento a <strong>basso indice glicemico</strong>, contribuendo così a evitare bruschi aumenti dei livelli di zucchero nel sangue. Inoltre, rispetto ad altre varietà di frutta a guscio, le castagne contengono meno ossalati, una sostanza che potrebbe favorire la formazione di calcoli renali.</p>



<p>La caratteristica distintiva delle castagne risiede nel loro <strong>contenuto di lipidi</strong>, che, sebbene inferiore rispetto ad altre noci, rappresenta ancora una buona fonte di <strong>acidi grassi</strong> essenziali. Questi acidi grassi sono cruciali per un <strong>corretto sviluppo durante l&#8217;infanzia</strong> e per il mantenimento della salute nell&#8217;età adulta, in particolare l&#8217;acido linoleico.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Le persone celiache possono mangiare le castagne?</h2>



<p><strong>Certo</strong>. La farina di castagne, priva di glutine, è una scelta adatta per le persone affette da celiachia. Ha un valore energetico simile a quello delle farine di cereali (343 Kcal/100 g) ed è caratterizzata da un <strong>elevato contenuto di fibre</strong>, di cui il 90% è costituito da fibre insolubili.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Come cucinare le castagne?</h2>



<p>La castagna attraverso i <strong>diversi processi di cottura</strong> modificano alcuni valori nutrizionali.</p>



<p>Nel caso delle castagne <strong>essiccate</strong>, la rimozione dell&#8217;acqua porta a un aumento delle calorie (287/100 g) e una concentrazione di lipidi (3,4 g/100 g), proteine (6 g/100 g) e potassio (738 mg/100 g).</p>



<p>Nel caso delle castagne <strong>arrostite</strong>, si osserva un incremento delle proteine (3,7 g/100 g) e dei grassi (2,4 g/100 g).</p>



<p>Le castagne <strong>bollite</strong>, invece, mostrano un aumento della componente acquosa e una diminuzione delle calorie (120 kcal/100 g), delle proteine (2,5 g/100 g) e dei lipidi (1,3 g/100 g).</p>



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		<title>Ferro: in quali alimenti si trova?</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/alimentazione/103234-ferro-in-quali-alimenti-si-trova/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 15 Nov 2023 11:28:05 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[anemia carenza di ferro]]></category>
		<category><![CDATA[esami del sangue]]></category>
		<category><![CDATA[ferro]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[martina francia]]></category>
		<category><![CDATA[pallore]]></category>
		<category><![CDATA[valutazione dietetica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Il ferro è un macroelemento, cioè uno dei minerali che [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[
<p>Il <strong>ferro </strong>è un macroelemento, cioè uno dei <strong>minerali</strong> che si trovano in maggiore quantità nell&#8217;<strong>organismo</strong>, indispensabile per il suo funzionamento; nonché un componente chiave dell&#8217;<strong>emoglobina</strong> e della mioglobina, che trasportano l&#8217;ossigeno rispettivamente ai polmoni e ai muscoli. Inoltre, il ferro è coinvolto nell&#8217;attività di molti enzimi ed è necessario per la produzione di ormoni e tessuto connettivo.</p>



<p>La <strong>carenza di ferro</strong> causa l&#8217;<a href="https://www.humanitas.it/malattie/anemia-da-carenza-di-ferro-o-anemia-sideropenica"><strong>anemia sideropenica</strong></a>, una delle anemie più comuni (in Italia ne soffrono 3 persone su 10), che può <strong>indebolire l&#8217;organismo</strong>, compromettendo i sistemi immunitari, di termoregolazione e di neurotrasmissione cerebrale e ostacolando la crescita di capelli e unghie. L<strong>’anemia da carenza di ferro </strong>può essere determinata da diversi fattori, come per esempio un inadeguato assorbimento del ferro da parte del nostro organismo.</p>



<p>Approfondiamo l’argomento con la dottoressa <a href="https://www.humanitas-care.it/medici/martina-francia/"><strong>Martina Francia</strong></a>, biologa nutrizionista di <a href="https://www.humanitas-care.it/"><strong>Humanitas Medical Care</strong></a>. </p>



<h2 class="wp-block-heading">Anemia: gli esami per la diagnosi</h2>



<p>Per diagnosticare l’anemia è sufficiente sottoporsi a <a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/esami-del-sangue/"><strong>esami del sangue</strong></a> dove si valutano 3 parametri:</p>



<p>&#8211; <strong>Sideremia</strong>, cioè quantità di ferro circolante nel sangue</p>



<p>&#8211; <strong>Ferritina</strong>, cioè il ferro “di scorta”</p>



<p>&#8211; <strong>Transferrina</strong>, cioè la proteina che trasporta il ferro</p>



<h2 class="wp-block-heading">Anemia da carenza di ferro: quali sono i sintomi</h2>



<p><strong>Affaticamento </strong>e <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/pallore/"><strong>pallore</strong></a> sono in genere i <strong>primi sintomi</strong> con cui si manifesta l’anemia da carenza di ferro. Possono successivamente aversi:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><a href="https://www.humanitas.it/sintomi/mal-di-testa"><strong>mal di testa</strong></a></li>



<li><strong><a href="https://www.humanitas.it/malattie/insonnia/">insonnia</a></strong></li>



<li><a href="https://www.humanitas.it/sintomi/dispnea/"><strong>fiato corto</strong></a> e mancanza di respiro</li>



<li><strong><a href="https://www.humanitas.it/sintomi/tachicardia/">battito cardiaco accelerato</a></strong></li>



<li><a href="https://www.humanitas.it/sintomi/dolore-al-petto"><strong>dolore al petto</strong></a></li>



<li><a href="https://www.humanitas.it/sintomi/vertigini/">vertigini</a> e capogiri</li>



<li><strong>mani e piedi freddi</strong></li>



<li><strong><a href="https://www.humanitas.it/sintomi/unghie-fragili/">unghie fragili</a></strong></li>



<li><strong>perdita di capelli</strong></li>



<li>bruciore alla gola</li>



<li><strong>scarso appetito</strong></li>



<li><strong>formicolio alle gambe</strong></li>



<li><strong>irritabilità</strong>.</li>
</ul>



<p><strong>Le donne</strong> solitamente sono più soggette a questa carenza a causa delle perdite di sangue durante il <strong>ciclo mestruale</strong>, soprattutto se abbondante.</p>



<p>I fabbisogni di ferro differiscono a seconda del sesso e dell’età: un maschio ne necessita circa 10mg/die, mentre una femmina circa 18 mg/die, soprattutto durante la fare di allattamento e gravidanza.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Ferro: in quali alimenti si trova</h2>



<p>Negli alimenti, il ferro può essere di due tipi: emico e non emico. Il <strong>ferro emico</strong>, contenuto nei <strong>prodotti animali </strong>come carne, pesce e tuorlo dell’uovo, viene assorbito rapidamente e facilmente; il <strong>ferro non emico </strong>(contenuto nei <strong>vegetali</strong>, in particolare nei legumi e nella frutta secca), viene assorbito meno, circa il 10% di quello che effettivamente viene assunto, a causa della presenza di fitati e ossalati, sostanze che ne riducono la biodisponibilità.</p>



<p>Ci sono sostanze che aiutano l&#8217;<strong>assorbimento del ferro</strong>, come la <strong>vitamina C</strong>: infatti è buona abitudine condire carne, pesce e verdure a foglia verde con succo di limone, oppure associare al pasto un frutto o una spremuta d’arancia.</p>



<p>D’altro canto alcuni alimenti riducono l’assorbimento di ferro, come caffè, tè e diversi farmaci.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Ferro negli alimenti di origine animale</h2>



<p>Il <strong>fegato</strong> e le <strong>frattaglie</strong> sono gli alimenti di origine animale più ricchi di ferro, tuttavia sono <strong>ricchi di colesterolo</strong> e dovrebbero essere <strong>limitati</strong> se si soffre di dislipidemia o di malattie cardiovascolari.</p>



<p>Il manzo, il cavallo, la faraona, il pollo, il tacchino, l&#8217;agnello e il maiale sono comunque <strong>ottime fonti di ferro</strong>, che l&#8217;organismo può assorbire facilmente.</p>



<p>Tra il pesce, possiamo indicare come particolarmente ricchi di ferro i molluschi e i crostacei, le acciughe e il merluzzo, lo scorfano, l&#8217;orata, la sardina, il branzino, la trota e il tonno (non in scatola)</p>



<h2 class="wp-block-heading">Ferro negli alimenti vegetali</h2>



<p><strong>Fagioli, ceci, lenticchie e lupini </strong>sono ricchi di proteine e rappresentano una buona fonte di ferro, che però, come dicevamo, non si assorbe del tutto. Anche i <strong>semi di zucca crudi, la quinoa e il cioccolato fondente</strong> sono ricchi di ferro.</p>



<p>Gli alimenti di origine vegetale contengono sostanze come i fitati e gli ossalati che possono interferire con l&#8217;assorbimento del ferro. Cacao, cereali integrali, spinaci e legumi sono alcuni esempi di alimenti che contengono queste sostanze.</p>



<p><strong>Pane, pasta e cereali </strong>come grano, riso, mais, orzo, avena e segale sono ottime fonti di vitamine e minerali, ferro compreso.</p>



<p>Le <strong>verdure a foglia verde </strong>come spinaci, bietole, cicoria e lattuga contengono ferro, e non solo: poiché sono particolarmente ricche di vitamina C, il ferro si assorbe con più facilità. Per questo, è bene inserire nella dieta gli agrumi, il ribes, il succo d&#8217;uva e l&#8217;uvetta e i kiwi.</p>



<p>Tra la <strong>frutta secca</strong>, indichiamo le noci come particolarmente ricche di ferro. Una menzione anche al tofu, che oltre al ferro, è anche particolarmente ricco di proteine.</p>



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