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Alimentazione

Cos’è e come funziona la dieta Sirt

In questi giorni si sente parlare di una dieta che sembra promettere di perdere, senza digiunare e senza restrizioni alimentari particolari, circa 3 chili a settimana: sette libbre in sette giorni: si tratta della cosiddetta “dieta Sirt”. 

Ma in cosa consiste questa dieta? E fa davvero i “miracoli” che promette? 

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Francesca Albani, dietista di Humanitas San Pio X. 

Le sirtuine

Le sirtuine sono proteine che svolgono un’attività enzimatica: hanno quindi la funzione di regolare alcuni processi metabolici dell’organismo. Numerosi studi hanno dimostrato la loro efficacia nel rallentamento dell’invecchiamento cellulare e come siano responsabili del fenomeno della longevità. 

Le sirtuine sono presenti principalmente in alimenti che contengono anche diversi composti antiossidanti. Due studi più recenti, inoltre, hanno documentato come le sirtuine inducano e facilitino la produzione insulinica: quando la curva insulinemica si alza, provoca un processo di infiammazione ai tessuti che può portare all’aumento del grasso viscerale, con conseguente sviluppo di malattie metaboliche. Le sirtuine aiutano a contrastare i processi di infiammazione e contribuiscono al mantenimento della salute delle nostre cellule. 

Le due fasi della dieta Sirt

La dieta è stata creata da Aidan Goggins e Glen Matten, due medici nutrizionisti parecchio famosi in Irlanda e nel Regno Unito, e si articola in due fasi. 

La prima fase, della durata di una settimana, prevede una riduzione calorica giornaliera a 1000 kcal per i primi tre giorni. Il “menù” di questa prima fase prevede tre centrifugati (sedano, cavolo, rucola, prezzemolo, tè verde) e un solo pasto solido, sempre con cibi ricchi di sirtuine: qualche esempio potrebbero essere il petto di pollo, le uova, il tacchino, accompagnati da verdure. 

Dal quarto al settimo giorno le calorie giornaliere salgono a 1500, con due succhi e due pasti solidi, sempre con cibi “Sirt”. Se si segue alla lettera il programma, la prima settimana provocherà la perdita di circa 3-3.5 kg. 

La seconda fase, detta di mantenimento, dura 14 giorni e prevede la perdita di peso più importante. I pasti solidi diventano 3, insieme a un centrifugato al giorno. 

Quali sono i “cibi Sirt”?

I cibi Sirt sono quelli che contengono grandi quantità di sirtuine. 

Oltre alle proteine animali, nominiamo i datteri, le fragole, le noci come frutta; tra le verdure, il cavolo, il sedano, i capperi, la cicoria, la cipolla, la rucola. Anche la curcuma, il peperoncino, il caffé e il cacao sono particolarmente ricchi di sirtuine, così come l’olio extravergine d’oliva, contemplato nella dieta Sirt. 

Tra i carboidrati, nominiamo il grano saraceno. Un accenno al vino rosso, anch’esso contemplato. 

Cosa succede dopo la fase 2?

Seguire una dieta di questo tipo potrebbe effettivamente far perdere i chili promessi. Tuttavia, a oggi non ci sono veri e propri dati clinici a sostegno di questa dieta. Il rischio maggiore è senza dubbio quello di riprendere i chili persi una volta terminata la seconda fase, magari semplicemente reinserendo altri alimenti e/o ritornando alle proprie abitudini alimentari. 

Questa dieta, tra le altre cose, non contempla quasi i carboidrati, essenziali per la nostra salute e il nostro organismo. 

La dieta Sirt, in definitiva, potrebbe funzionare realmente?

Non ha particolari controindicazioni, tuttavia si tratta di un regime fortemente ipocalorico e con un contenuto molto basso di carboidrati perciò, se viene seguita per brevi periodi di tempo, non dovrebbe creare grossi problemi. 

Sui vantaggi c’è da dire che, come ogni dieta, impone un certo rigore e una restrizione calorica per cui è quasi scontato che il peso scende. Più delle sirtuine il merito andrebbe alla restrizione calorica, che è stato dimostrato avere effetti benefici sul processo di invecchiamento cellulare e sul calo dei livelli insulinici. Questo tipo di dieta non ha alcun fondamento scientifico, quindi è comunque bene rivolgersi a un medico o a uno specialista prima di prendere l’iniziativa.