La frutta secca fa bene all’intestino? In caso di stitichezza, le fibre possono aiutare? Sono tante le credenze che si tramandano circa il benessere e la cura dell’intestino.
Ma quali di queste sono vere?
Ce ne parlano gli specialisti di Humanitas.
La frutta secca fa male all’intestino
La frutta secca, in particolare noci e mandorle, ha un effetto positivo sul microbioma intestinale, favorendo la proliferazione dei batteri buoni, come il Lactobacillus, Bifidobacterium, Roseburia e Ruminococcaceae. La frutta a guscio permette di avere un microbioma diversificato, un bene per combattere malattie come il diabete, l’obesità, la sindrome del colon irritabile e altre patologie intestinali. La frutta secca può inoltre ridurre l’acidità gastrica e favorire l’assorbimento dei nutrienti.
Mangiare frutti rossi aiuta a combattere l’intestino irritabile
Fragole, frutti di bosco, ciliegie, sono ricchi di polifenoli, sostanze attive nella lotta all’infiammazione delle cellule e dei tessuti dell’organismo, specie di quelli intestinali. Le loro proprietà antinfiammatorie e antiossidanti sono molto utili anche nella prevenzione della colite infettiva, in quanto i frutti rossi prevengono l’adesione alle pareti dell’intestino di alcuni ceppi patogeni dell’Escherichia coli. Questi ceppi, che possiamo introdurre nel nostro organismo con cibo o acqua contaminati, sono pericolosi per il nostro organismo e, oltre a favorire lo sviluppo di coliti infettive, possono portare allo sviluppo di cistite.
L’intolleranza al lattosio “inizia” nello stomaco
Nei soggetti intolleranti al lattosio non vi è alcun problema gastrico. Il problema, che riguarda un numero sempre più abbondante di persone, ha origine nell’intestino tenue. Il lattosio è un disaccaride che, per essere digerito dall’organismo, deve essere scomposto nei due zuccheri semplici che lo compongono, ovvero il glucosio e il galattosio. La scissione avviene nell’intestino tenue, grazie all’enzima lattasi. Se l’enzima è assente o presente in quantità ridotta, il lattosio non può essere scomposto e quindi digerito, e restando nell’intestino viene fermentato dalla flora batterica.
Mangiare lentamente fa ingoiare più aria, che causa una maggior possibilità di incappare nel meteorismo e nei problemi intestinali
La digestione inizia in bocca, quando con il movimento della masticazione il cibo fa partire la produzione di saliva e la secrezione degli enzimi necessari alla digestione stessa. Se nello stomaco il cibo, o meglio, il bolo, dovrebbe arrivare in una forma morbida, nel duodeno (la prima parte dell’intestino tenue), il bolo dovrebbe trasformarsi in chimo, cioè avere una consistenza quasi liquida. Mangiare in fretta, senza masticare correttamente, rallenta la digestione e quindi i problemi intestinali. Se il cibo staziona a lungo nell’intestino, perché non è stato masticato adeguatamente ed è stato ingerito velocemente, l’assorbimento sarà rallentato e incompleto, sarà favorita una maggiore fermentazione da parte della flora batterica intestinale con aumento del gonfiore addominale e sviluppo di meteorismo, dolore e, talvolta, problemi di evacuazione.
L’idrocolonterapia “resetta” l’intestino e ne migliora la funzionalità
L’idrocolonterapia consiste nel lavaggio del colon attraverso l’introduzione nel retto di acqua. Questa pratica, di origine molto antica, non ha una reale efficacia in assenza di malattie specifiche, che richiedono una supervisione medica specialistica. Il nostro colon è perfettamente in grado di eliminare le feci, soprattutto se aiutato da un’alimentazione bilanciata con il giusto apporto di acqua e fibre vegetali e una corretta attività fisica.