Le prime tracce di questo frutto furono trovate in Cina, dove la pesca è considerata un simbolo di lunga vita e di immortalità. I suoi semi furono trasportati poi in tutto il mondo, ma il clima migliore per la crescita delle pesche è quello caldo temperato. Furono coltivate in Persia e da qui portate dagli antichi Romani in Europa, pensando che il frutto provenisse proprio dalla Persia. I Romani lo chiamarono dunque, sbagliando, “prunus persica”. La pesca è un profumato e colorato frutto tondeggiante con la buccia sottile e vellutata (a meno che si tratti di ‘pesca noce’, per cui la buccia è liscia) la cui polpa, chiamata “drupa”, può essere bianca o gialla ed è solitamente soda e di sapore dolce. Il succo della pesca è acidulo, per la presenza di acido malico ed acido citrico; il profumo della drupa e il suo aroma sono conferiti da terpeni alcolici, acido valerianico e caprilico e da acetaldeide. Il nocciolo delle pesche è legnoso e contiene un seme ovale di sapore amaro, non commestibile. Le pesche si dividono in tre categorie principali: pesca comune, pesche noci (dette nettarine) e le percoche. La pesca, inoltre, ha diverse proprietà. Approfondiamone qualcuna con i dietisti di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
Quali sono le qualità della pesca?
“Il succo della pesca è rinfrescante, disintossicante, mineralizzante per l’alto contenuto di calcio, tonificante e ricostituente per l’abbondanza di zuccheri. Le pesche sono un frutto di facile digestione, ricche di fibra insolubile, hanno un indice di sazietà piuttosto elevato e, per questo, sono molto indicate negli spuntini o per concludere un pasto poco saziante, infatti, apportano solo 25 calorie per 100 gr. Hanno, poi, una buona presenza di B carotene o provitamina A, precursori nell’organismo alla formazione di retinolo e sono anche molto ricche di potassio. Nel loro insieme la vitamina C o acido ascorbico, i carotenoidi e la provitamina A vengono definiti composti fitochimici fenolici. Essi, secondo recenti studi nutrizionali svolgono una importante azione antiossidante che si attua contro i radicali liberi. I composti fenolici agiscono catturando ed eliminando i radicali liberi presenti nei tessuti cellulari (“Le proprietà terapeutiche degli alimenti” di Lyndel Costain ed. Tecniche Nuove). In particolare, inoltre, riguardo alla vitamina C si può affermare che mangiando una pesca di medie dimensioni l’organismo si rifornisce del 10% di fabbisogno quotidiano di vitamina C. Questa svolge un ruolo importantissimo nella difesa dell’organismo dalle infezioni di varia natura, è essenziale per l’accrescimento e il consolidamento della struttura ossea, svolge una funzione importante sul trasporto e l’assorbimento di ferro nel sangue, contribuendo, quindi, a limitare le anemie, è un elemento indispensabile per la sintesi del ‘collagene’, il cemento intercellulare che mantiene il tono dei tessuti ed è uno dei principali componenti nutrizionali con funzione antiossidante, essenziale per proteggere l’organismo dall’azione dei radicali liberi. La vitamina C, infine, previene la conversione dei nitrati provenienti dal fumo di tabacco, dallo smog, dalle carni insaccate e quant’altro in agenti cancerogeni. Secondo il Dr. Lines Pauling, una delle principali autorità americane sulla vitamina C, si ritiene che un giusto apporto di questa sostanza riduca i rischi di alcuni tumori del 75%”.
E per quanto riguarda la vitamina A o retinolo?
“La pesca, come tutti i frutti a polpa giallo-arancione, contiene B carotene in discreta quantità. Il B carotene nell’organismo si trasforma in retinolo o vitamina A, una sostanza necessaria al buon funzionamento dei tessuti, importante per mantenere in stato ottimale la visione degli occhi e per proteggere le membrane e i tessuti dell’organismo. E’, inoltre, un elemento fondamentale per la produzione di melanina, svolge una azione protettiva contro gli agenti inquinanti, rinforza ossa e denti e potenzia le difese immunitarie contro le infezioni respiratorie. E’, in pratica, una delle vitamine più importanti, insieme alla vitamina C per mantenere fresca e giovane l’epidermide”.
Perché è così importante che siano ricche di potassio?
“Le pesche e le nettarine, così dolci e succose, sono un ottimo reintegratore naturale di sali minerali in particolare il potassio. D’estate, quando l’organismo è sottoposto alle temperature elevate, sudando, perde una grande quantità di sali minerali e, in particolare, il potassio. Questa perdita di minerali, se non reintegrata, induce senso di spossatezza, difficoltà respiratoria, insonnia e nervosismo. La pesca e la nettarina sono ottimi reintegratori naturali di potassio, che svolge una benefica azione sul battito cardiaco, sulla crescita, sulla contrazione muscolare e sull’equilibrio del sistema nervoso. Il frutto, inoltre, è consigliato nell’insufficienza epatica, nelle patologie intestinali in cui prevale stipsi e nelle disidratazioni. Essendo, poi, un frutto che facilita la digestione è consigliato nelle gastriti iposecretive, ha azione blandamente lassativa e rinfrescante, e si consiglia durante la gravidanza proprio per la sua facilità di digestione . Infine, la pesca è ricca di vitamina PP, che favorisce tutti i processi metabolici, esaltando la produzione di coenzimi trasportatori di idrogeno”.
C’è qualcuno a cui è controindicata?
“E’ bene che si astengano dal suo utilizzo tutti coloro che hanno patologie per cui devono assumere una dieta povera di fibra”.
A cura di Lucrezia Zaccaria