Magazine

Maturità: niente panico. Il decalogo per studiare serenamente

Argomenti

La maturità è alle porte, ma poco da temere. Studiare in tutta serenità è possibile, anche grazie all’aiuto di compagni di classe, genitori, amici e fratelli maggiori, che magari ci sono già passati e ora ricordano con un sorriso quel fatidico esame. È vero che per qualcuno, a distanza di anni, la maturità s’è trasformata in un “incubo” che disturba di tanto in tanto il sonno, ma basta seguire qualche piccola accortezza per vivere quegli ultimi giorni tra libri e quaderni tranquillamente.

L’ansia e il nervosismo sono reazioni normali, ma ampiamente gestibili: l’ansia non deve essere un freno. Un po’ di timore ci potrà essere, ed è comprensibile dal momento che la maturità è il primo scoglio da superare ai 18 anni, ma bisogna far in modo che quest’ansia e questo timore siano un pungolo per impegnarsi di più. Non devono essere un ostacolo soprattutto per mantenere la giusta concentrazione e studiare al meglio.

Ne parliamo con gli specialisti di Humanitas.

Ecco i consigli per studiare al meglio in vista di scritti e orali:

  • Un piano di studi non impossibile. È utile farsi un piano di studi che sia però realizzabile. Buttare giù un piano di studi da 100 pagine al giorno, a rischio di fallimento, può avere un effetto negativo perché è probabile che non si riesca a sostenere quel carico di studi e che il piano non venga portato a termine. Quindi non riuscire a seguirlo può essere frustrante, cosa che può minare la tranquillità dello studente.
  • Studio di mattina, di pomeriggio o di sera? Bisogna capire quando si rende meglio nell’arco della giornata e adeguarsi a questi ritmi.
  • Non arrivare col fiato corto. È bene cercare di terminare il programma un paio di giorni prima dell’esame, così da dedicare questo lasso di tempo solo a un rapido e blando ripasso e, perché no, anche al riposo.

 

  • Fare delle pause. L’attenzione regge per 45 minuti. Quindi ogni ora, quando inevitabilmente c’è un calo di concentrazione, è d’aiuto far delle pause. Che siano però brevi, di 10 minuti, utili per recuperare energie e poi riprendere con lo studio.
  • Insieme è meglio. Studiare in gruppo può far bene: è più stimolante, si apprende meglio, si sviluppa senso critico, si integrano le conoscenze e c’è una sorta di “effetto trascinamento”. Ci si compensa: quando uno flette l’altro lo sostiene e, infine, anche le pause sono più piacevoli.
  • Ad alta voce. Studiare e ripetere ad alta voce è un buon mezzo per apprendere meglio. Questo perché aiutiamo la memoria a lavorare meglio. La memoria è fatta di decodifica, apprendimento e recupero. Se non ripeto ad alta voce esercito poco quest’ultima fase. Magari si è appresa per bene una nozione che è sedimentata nella memoria ma non si riesce a recuperarla prontamente. Ripetendo ad alta voce, invece, si riesce ad avere un maggior controllo di quanto imparato; si organizza meglio il discorso, ci si sente più sicuri e si acquista più confidenza, anche perché si ha subito un riscontro sulla propria, possibile, prestazione.

 

  • Dopo gli scritti, non pensare troppo a quanto fatto. Una buona riflessione sugli scritti va fatta, anche in vista degli orali, ma senza rimuginarci su. È bene averne una conoscenza critica, appuntarsi quanto si pensa di aver sbagliato, ma senza mordersi le mani perché “si poteva far meglio”. E poi agli orali i maturandi devono sapere che star seduti davanti alla commissione non significa andare al patibolo: molti professori ormai li conoscono e parte della valutazione è già compiuta.
  • Riposarsi a sufficienza. Anche 7 ore a notte vanno bene, un po’ di attività fisica per distrarsi ed essere più energici e seguire un’alimentazione equilibrata che non interferisca con lo star bene.