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Sonno, come cambiano le abitudini nel mondo? Italiani fra più dormiglioni

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A letto con il buio e in piedi con la luce? Sonno e veglia seguono i ritmi circadiani o giocano un ruolo anche società e particolari abitudini? A queste domande ha cercato di rispondere uno studio della University of Michigan (Stati Uniti) pubblicato sulla rivista Science Advances.

Lo studio ha cercato di indagare il peso che “natura” e “cultura” hanno sulla regolazione dei cicli sonno/veglia ed è stato realizzato utilizzando modelli matematici e big data. I dati sono stati ricavati da un’app lanciata dallo stesso team per aiutare i viaggiatori a gestire il jet-lag. Per usare questa app si dovevano inserire dei dati sulle proprie abitudini che potevano essere inviati all’università americana.

(Per approfondire leggi qui: Sonno, notti in bianco e cervello in tilt)

I ricercatori si sono trovati così fra le mani tantissime informazioni su migliaia di persone da 100 diversi Stati. Hanno poi elaborato una sorta di simulatore del ritmo circadiano con cui predire in che modo alba e tramonto influenzassero il sonno. Ma le previsioni del modello sono state smentite dalla realtà. L’algoritmo non poteva tener conto di una cosa: oltre alla luce anche l’ambiente e le abitudini influenzano la quantità di sonno, quando si va a letto e quando ci si sveglia. In particolare la sera “vincono” gli impegni sociali e familiari che decidono quando coricarsi mentre al mattino l’orario del risveglio resta condizionato dai ritmi fisiologici.

Il sonno è condizionato dalle abitudini personali

«Lo studio dimostra chiaramente che il sonno è strettamente legato alle nostre abitudini di vita: non è solo la luce, e quindi i ritmi circadiani, a dettare legge per quanto riguarda il dormire», aggiunge il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas.

Dallo studio è emerso che i maschi di mezza età dormono meno delle 7-8 ore raccomandate, che le donne dormono circa 30 minuti in più degli uomini, che vanno a letto un po’ prima e si svegliano un po’ più tardi, soprattutto fra i 30 e i 60 anni di età. Ancora, che chi trascorre molto tempo all’aperto alla luce del sole tende ad andare a letto prima e dorme di più di chi resta al chiuso.

(Per approfondire leggi qui: Disturbi del sonno, attenzione all’accumulo di stress e ansia)

«Ciò che tutti dovrebbero capire – sottolinea lo specialista – è che è cruciale rispettare le giuste ore di riposo. Il sonno è un elemento importante di un sano stile di vita che aiuta a prevenire alcune malattie, cardiovascolari o del metabolismo, ad esempio, associate proprio alla carenza di sonno. Per poterci aiutare a recuperare dallo stress diurno il sonno dev’essere ristoratore per intero anche se è molto importante la prima parte del sonno, quello cosiddetto profondo. È proprio sull’addormentamento che si gioca la partita ed è proprio in questa fase che le abitudini hanno la meglio, come suggerisce lo studio».

Ma quanto si dorme nel mondo?

Le ore di sonno vanno da un minimo di 7 ore e 24 minuti di Singapore e Giappone a un massimo di 8 ore e 12 minuti dell’Olanda. E gli italiani? Con 7 ore 53 minuti siamo tra i più dormiglioni. Come riferisce uno dei ricercatori all’Ansa, gli italiani sono tra coloro che tendono ad andare a letto più tardi (23:42) e a svegliarsi più tardi (7:35).