Il sistema immunitario contro il cancro. È questo il principio cardine dell’immunoterapia, “la nuova frontiera della lotta ai tumori”, come ha ricordato su Repubblica.it il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. Ma non è solo una frontiera: per il trattamento di alcune neoplasie l’immunoterapia è già realtà.
«Se non avessimo il sistema immunitario avremmo più tumori. Quando vediamo un tumore sono successe due cose: le cellule tumorali hanno evaso le difese dell’organismo e le cellule di difesa si sono addormentate. Alcune di queste sono diventate “poliziotti corrotti” che non uccidono le cellule tumorali ma aiutano il cancro», spiega il professore.
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Al centro della ricerca scientifica ci sono proprio queste cellule del sistema immunitario che hanno tradito la loro missione: «Stiamo lavorando su come individuarle e utilizzarle per fare una medicina mirata, la cosiddetta medicina personalizzata con cui orientare meglio le terapie di cui già disponiamo. Abbiamo dato un importante contributo allo sviluppo di un farmaco con cui fermare queste cellule e stiamo sviluppando altre molecole, tra cui la PTX3, un gene oncosoppressore con cui poter mettere un freno al cancro e affrontare le infezioni in pazienti con cancro immunocompromessi».
L’immunoterapia è già qualcosa di concreto
«Usiamo gli anticorpi per curare i tumori, come i linfomi e il tumore al seno, ad esempio. L’immunoterapia ha già dato un contributo importante contro il melanoma dopo 20 anni senza alcun progresso sul fronte delle terapie. Prima si è cominciato a identificare alterazioni genetiche che causano il melanoma; poi si è lavorato su farmaci mirati che hanno consentito un progresso ma non la cura. Solo in seguito sono state definite delle strategie per risvegliare il sistema immunitario con cui abbiamo ottenuto risposte di lungo periodo su circa il 20% dei pazienti».
Anche i vaccini sono un’arma nella lotta ai tumori. Ci sono due vaccini contro il cancro e si sta lavorando su un terzo vaccino, come ricorda il professore. «I vaccini utili sono quelli contro il virus dell’epatite B per il tumore al fegato e quello contro il Papilloma Virus che causa il cancro alla cervice uterina ma anche i tumori di testa e collo e ano. La speranza, invece, è di sviluppare un vaccino contro l’Helicobacter Pylori che causa il tumore allo stomaco. La sfida è conoscere meglio il sistema immunitario per sviluppare dei vaccini terapeutici».
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