Attenzione a broccoli cinesi, prezzemolo vietnamita e basilico indiano. Sono questi i prodotti alimentari più contaminati secondo Coldiretti. L’associazione degli agricoltori italiani mette in guardia dagli alimenti che contengono sostanze chimiche vietate con la “Black list dei cibi più contaminati” stilata a partire dalle analisi condotte dall’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, nel rapporto 2015 sui residui di fitosanitari in Europa.
In testa troviamo appunto i broccoli cinesi con oltre il 90% dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici. La Cina, inoltre, è il Paese che più di tutti ha ricevuto notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contenenti micotossine, additivi e coloranti fuori norma. In particolare, fa sapere Coldiretti, su 2967 segnalazioni il 15% “parla” cinese.
Frutta contaminata anche da Egitto, Marocco e Repubblica Dominicana
In seconda posizione nella lista nera dei cibi contaminati c’è il prezzemolo proveniente dal Vietnam, con il 78% di irregolarità, e il basilico dell’India, con il 60% dei campioni in violazione delle disposizioni europee. In quest’ultimo caso è stata segnalata la presenza di Carbendazim, fungicida vietato in Italia perché cancerogeno.
(Per approfondire leggi qui: Sicurezza alimentare, il cibo contaminato causa oltre 200 malattie)
Sotto accusa anche le importazioni di altri Paesi risultate, in alcuni casi, irregolari: dall’Egitto melagrane, che superano i limiti in 1 caso su 3, fragole e arance che, ricorda l’associazione, arrivano in Italia grazie alle agevolazioni concesse dall’Unione Europea. E poi il peperoncino thailandese e i piselli del Kenia. Campioni di prodotti fuori norma sono stati rinvenuti tra le importazioni di meloni e cocomeri dalla Repubblica Dominicana. Contestato anche l’import di menta dal Marocco, un altro Paese che beneficia delle norme Ue per l’esportazione di molti prodotti agricoli, dalle arance all’olio d’oliva. Ma in Marocco, dice Coldiretti, è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute e vietati in Europa.
Italia al vertice della sicurezza alimentare
La lista nera è stata presentata da Coldiretti nel corso di una mobilitazione a difesa della Dieta mediterranea e contro le speculazioni low cost. L’agricoltura italiana è la più green d’Europa, dice il sindacato degli agricoltori, alla luce del minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari.
(Per approfondire leggi qui: Alimenti più sicuri? Cinque consigli)
«Tracciabilità di ogni ingrediente ed etichettatura dettagliata: due strumenti che impongono stretti controlli in campo agroalimentare e che permettono a tutti noi di scegliere cosa mettere in tavola», commenta la dottoressa Manuela Pastore, dietista dell’ospedale Humanitas.
«L’Italia si distingue dal resto del mondo per la trasparenza e la sicurezza alimentare, purtroppo molta concorrenza sleale rischia di mettere in crisi il nostro mercato che si distingue da sempre per la sua alta qualità da tutti i punti di vista. Il numero elevatissimo di prodotti tipici italiani a denominazione di origine, DOP (denominazione di origine protetta) e IGP (indicazione di origine protetta), – conclude – rappresentano un’eccellenza della nostra tradizione gastronomica che è innegabilmente un riferimento dal punto di vista alimentare e come tale va difesa e valorizzata».