La resistenza a un particolare farmaco anti malaria potrebbe non rappresentare più un problema. I parassiti della malaria, infatti, potrebbero non riuscire a trasmettere più questa capacità. Un team di ricercatori della University of Melbourne (Australia) ha condotto un’importante ricerca su una sorta di “trappola genetica”, come l’hanno definita, contro gli agenti infettivi responsabili della malattia.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science. Al centro dello studio c’è l’atovaquone, un farmaco antimalarico introdotto nel 2000 per il trattamento della malattia in particolare su donne incinte e bambini. Negli anni, però, il farmaco è stato impiegato sempre meno per la resistenza sviluppata immediatamente dai parassiti.
Tuttavia, come dimostra lo studio condotto su modelli sperimentali, questa resistenza potrebbe essere evitata. Dalla ricerca è emerso che quella stessa mutazione genetica subita dai parassiti che li protegge dal farmaco all’inizio del loro ciclo vitale, alla fine li uccida.
(Per approfondire leggi qui: Malaria, la resistenza ai farmaci è colpa di un gene)
Questo perché i parassiti, per diventare resistenti, devono alterare il modo in cui traggono energia dal nutrimento di cui è ricco il sangue degli organismi in cui circolano. Ma all’interno di un’altra zanzara-vettore, dove le condizioni di sopravvivenza diventano più ostiche, questi parassiti potrebbero non sopravvivere. Pertanto, se la resistenza dei parassiti all’atovaquone non potrà essere trasmessa, il farmaco potrebbe essere usato in maniera più efficace. Il prossimo passo sarà testare la resistenza all’atovaquone sul campo, in Kenya e Zambia, con la speranza di svilupparne una nuova versione a costi più contenuti.
Dal 2000 meno 75% di casi di malaria in 60 Paesi
La resistenza ai farmaci per il trattamento della malaria rappresenta ancora una sfida per le istituzioni sanitarie internazionali. Tra queste l’Oms, Organizzazione mondiale della Sanità, che il 25 aprile celebra la Giornata mondiale della Lotta alla malaria. L’agenzia dell’Onu raccomanda a tutti i Paesi membri il monitoraggio continuo della resistenza ai farmaci antimalarici e di mettere in campo le armi più efficaci per contrastare questo fenomeno.
(Per approfondire leggi qui: Mantovani: «Dal Nobel per il farmaco anti-malaria una lezione per tutti»)
Il tema della Giornata mondiale per la Lotta alla malaria 2016 è “Stop alla malaria una volta per tutte”. Negli ultimi 15 anni è stato fatto molto per contenere la diffusione della malattia: dal 2000, in circa 60 Paesi, i casi di malaria si sono ridotti di oltre il 75%. Ebbene, la nuova strategia per la lotta alla malaria punta, nei prossimi 15 anni, a ridurre i nuovi casi di almeno il 90% e di eliminare la patologia in almeno 35 Stati.