Antidolorifici in gravidanza: quali prendere, e quando? Nei nove mesi di gestazione, ma anche prima del concepimento, l’assunzione di farmaci è una questione molto delicata che la donna non può risolvere autonomamente ma sempre rivolgendosi al proprio medico di fiducia o al ginecologo.
«Quasi tutte le sostanze o i farmaci che la madre assume possono attraversare la placenta e quindi arrivare direttamente al feto», precisa la dottoressa Annamaria Baggiani, responsabile del Servizio di Infertilità Femminile e Procreazione Medicalmente Assistita di Humanitas Fertility Center. «Per questo motivo, e dunque per non mettere eventualmente a rischio la gravidanza e lo sviluppo del feto, prima di prendere un farmaco, anche un semplice antidolorifico, la futura mamma deve sentire il proprio medico di base o lo specialista ginecologo. Questi sapranno consigliarle quali farmaci sono indicati o quali terapie assunte prima del concepimento possono essere proseguite o devono essere modificate».
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Il Rapporto OsMed gennaio-settembre 2014 dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha certificato un aumento del consumo di farmaci antidolorifici in Italia. In particolare il consumo è passato da 2,1 dosi giornaliere per 1000 abitanti nel 2005 a 7,3 nel 2013. Tra gli antidolorifici più usati per il trattamento del dolore in forme lievi, da cefalea o emicrania per esempio, c’è il paracetamolo.
Il paracetamolo è controindicato in gravidanza?
«Il paracetamolo è largamente usato come antidolorifico prescritto in gravidanza alle dosi terapeutiche. Il farmaco attraversa la placenta ma non sono stati rilevati rischi maggiori di anomalie congenite per il feto. Tuttavia – conclude la dottoressa – questo antidolorifico non va somministrato in associazione con altri farmaci come l’acido acetilsalicilico, l’indometacina e l’ibuprofene per sporadiche segnalazioni di anomalie fetali, peraltro non confermate in studi epidemiologici successivi. Infine l’acido acetilsalicilico ad alte dosi, l’indometacina e l’ibuprofene non devono essere assunti a partire dalla 28-30ma settimana per effetti potenzialmente dannosi sulla circolazione fetale».
L’assunzione di indometacina, ibuprofene e paracetamolo, a differenza invece dell’acido acetilsalicilico, non è controindicata durante l’allattamento.
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Per assunzione di FANS in generale nel primo trimestre di gravidanza, alcuni studi hanno evidenziato un rischio aumentato, rispetto all’atteso, di aborto spontaneo (soprattutto se il farmaco è stato assunto in prossimità del concepimento) e difetti cardiaci (in particolare difetti del setto interatriale ed interventricolare). In ogni caso i risultati ottenuti in tali studi non sono stati confermati da altri lavori e possono, tuttavia, essere viziati da fattori confondenti.
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