Sport in salute

Basta con il solito calcio!

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Attratti dai miti del pallone, che spesso si rivelano falsi e che talvolta devono la loro fama a vicende che poco hanno a che fare con lo sport, molti ragazzini scelgono di praticare il calcio, trascurando attività che potrebbero risultare più educative e formative.
Triathlon, rugby, arti marziali. Sono queste le alternative al solito calcio che ci propongono i professionisti di Humanitas.

Il calcio: una critica
Pur essendo un bellissimo e spettacolare sport, oggi il calcio, per come è organizzato in Italia, non ha una funzione educativa per i nostri ragazzi. Sono sotto gli occhi di tutti gli esempi decisamente poco sportivi di qualche campione e le manifestazioni di violenza gratuita in campo e fuori da parte di “pseudotifosi”. Le più famose società di calcio hanno settori giovanili molto ben organizzati; però, purtroppo, c’è la tendenza a trattare i ragazzini di 8-10 anni come calciatori adulti, esasperando aspetti che poco hanno a che vedere con la funzione ludica che deve avere la pratica sportiva in giovane età. Nel settore del calcio, a mio parere si sta assistendo alla perdita di valori sportivi, che vengono sacrificati al mito della vittoria a tutti i costi, concetto molto pericoloso se seminato su un terreno fertile quale è quello dei giovani.
Ci sono altre discipline la cui pratica sportiva può avere un importante ruolo di educazione e di formazione del ragazzo. Lo sport deve essere capace di insegnare non solo a vincere, ma anche a gestire correttamente la vittoria e, soprattutto, la sconfitta, sia a livello individuale che di gruppo.
Resta inteso che il giovane, nella scelta dello sport da praticare, dovrebbe seguire le proprie inclinazioni e i propri interessi, orientandosi quindi verso un’attività che innanzitutto gli piaccia. E’ necessario far capire ai ragazzi che è importante praticare attività fisica per tutta la vita, indipendentemente dall’eventuale aspirazione a diventare un atleta o un campione. In questo la scuola, altra nota dolente, dovrebbe giocare un ruolo educativo fondamentale sin dalle prime classi elementari, mentre a mio avviso è decisamente carente.

Il triathlon
Si tratta di uno sport poco conosciuto da noi, mentre è molto diffuso in altri paesi europei e nel mondo anglosassone. E’ completo sotto tutti i punti di vista, è molto formativo e comprende tre discipline: nuoto, ciclismo e corsa, svolte di seguito con fasi intermedie di cambio da una frazione all’altra. Le distanze olimpiche sono: 1500 metri di nuoto, 40 chilometri di bicicletta e 10 chilometri di corsa (sia nel settore maschile che in quello femminile). Ci sono altre distanze: lo Sprint, con misure all’incirca dimezzate; gli Iron Kid ( ancora più brevi) per i bambini; l’Ironman che prevede distanze estreme ed è un po’ a se stante (la durata varia dalle 8-9 alle 13 ore, è quindi per atleti molto preparati sia fisicamente che mentalmente).
Il triathlon ha una serie di caratteristiche tali da poter accrescere molto il bagaglio di esperienze di chi lo pratica perché è uno sport duro, impegnativo, che insegna subito a rispettare gli avversari e a sapersela cavare da soli. E’ fondamentalmente individuale e richiede la capacità di sapersi ben gestire nel corso dell’attività agonistica e degli allenamenti. Comporta un’intensità e una frequenza di allenamenti piuttosto elevata e, quindi, l’impiego di molto tempo (questo è certamente un aspetto poco incoraggiante). A determinati livelli, è un’attività sportiva che consente di girare il mondo per partecipare alle competizioni ed è quindi una bella scuola di vita. E’ fondamentale essere piuttosto forti in ogni frazione ed essere rapidi nei cambi tra una frazione e l’altra; considerata la difficoltà intrinseca, poter concludere bene una gara è già una vittoria anche per atleti preparati. Infine ricordiamoci che si tratta di uno sport che si svolge sempre all’aria aperta.

Il rugby
Tra gli sport di squadra, una disciplina molto formativa ed educativa è il rugby, come il triathlon uno sport considerato duro. In effetti il contatto fisico con l’avversario è importante, basti pensare al confronto tra i pacchetti di mischia, però bisogna anche sottolineare una componente “nobile” tipica della palla ovale: i contendenti delle due squadre avversarie si applaudono reciprocamente alla fine della partita e spesso vincitori e vinti festeggiano insieme il dopo partita. Nel rugby lo spirito sportivo riveste ancora ai giorni nostri un grande valore. Insegna ai giovani a socializzare e a fare gioco di squadra; è assai raro vedere un atleta primeggiare nettamente per popolarità e fama sugli altri; il risultato si raggiunge tramite una partecipazione corale alle varie fasi del gioco; in genere prevale la squadra che è meglio organizzata sia in fase difensiva che offensiva. Insomma, sport faticoso e duro per i frequenti contatti fisici che devono essere affrontati con preparazione adeguata, ma sport di grande spettacolarità e di grande rispetto reciproco tra i contendenti.

Le arti marziali
Judo e Karatè, le più diffuse tra le arti marziali, sono senza dubbio discipline sportive che educano e formano i propri adepti. Vi è una componente di rigidità comportamentale che porta all’acquisizione di un autocontrollo sul tappeto e, di conseguenza, nella vita. Per i bambini questo aspetto potrebbe apparire un po’ noioso, specie se i più piccoli, che cercano nello sport soprattutto un’occasione di gioco, vengono subito “inquadrati”. Tuttavia se il Maestro (figura molto carismatica in questo ambito, con forte valenza educativa) sa coinvolgere i più piccoli nel modo giusto, sono convinto che i “discepoli” lo ricorderanno per sempre in maniera del tutto positiva. I vantaggi maggiori che si possono trarre dalla pratica di queste discipline sportive sono: uno sviluppo neuromuscolare armonioso ed efficiente (rapidità, coordinazione e grande reattività muscolare sono alla base del gesto atletico), la capacità di autocontrollo, il saper gestire il rapporto con gli altri al fine di ottenere una relazione equilibrata con il prossimo rispettando sempre chi si ha di fronte. La tecnica del controllo del movimento e della forza viene sempre più affinata man mano che l’atleta passa di grado, dalla iniziale cintura bianca ai gradi di livello superiore. Quindi fermezza, autocontrollo e grande rispetto per il prossimo, ma anche possibilità di conoscenza di tecniche sopraffine di autodifesa sono esperienze che si possono trarre dalla pratica delle arti marziali; indubbiamente nella vita adulta tali esperienze, ottenute da una sana attività fisica, possono rivestire un ruolo assai importante.