Alcuni vaccini contro il virus Zika potrebbero essere sperimentati entro la fine dell’anno. Ma prima di arrivare a un vaccino da poter effettivamente impiegare potrebbero passare diversi anni. Così il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Margaret Chan.
Il vertice dell’Oms ha fatto il punto sulla diffusione dell’epidemia di virus Zika e ha ricordato le diverse strategie che le autorità sanitarie nazionali e internazionali stanno mettendo in atto per frenare il virus. “Secondo gli esperti la priorità più urgente è sviluppare un test diagnostico affidabile e da utilizzare vicino ai luoghi di cura e assistenza delle persone colpite. Al momento 30 aziende sono al lavoro per un potenziale test di diagnosi”, ha detto Chan.
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I vaccini sono l’altro importante presidio medico che manca e che servirebbe per contrastare la diffusione di Zika. Il virus, come ha ricordato diverse volte l’Oms, ha trovato terreno fertile perché le popolazioni colpite non erano immunizzate. Nel mondo, dagli Stati Uniti all’India fino allo stesso Brasile, tra i Paesi più colpiti da Zika, si stanno definendo 23 progetti di vaccini: “Dal momento che il vaccino sarà usato per proteggere donne incinte o in età fertile, questo dovrà rispettare standard di sicurezza estremamente elevati”, ha sottolineato il direttore generale dell’Oms.
Tuttavia un vaccino autorizzato per l’uso clinico potrebbe arrivare dopo che la prima “esplosiva” epidemia sia terminata, come sostengono diversi esperti. In ogni caso il vaccino resta necessario: “Oltre la metà della popolazione mondiale – ricorda Chan – vive in un’area in cui le zanzare Aedes Aegypti sono presenti”.
Lo scorso 1 febbraio l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato i casi di microcefalia e gli altri disturbi neurologici “emergenza di salute pubblica”. Il legame con l’infezione da virus Zika si sta facendo sempre più chiaro anche se non ancora ufficialmente confermato.
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Il vettore noto di trasmissione del virus Zika sono le zanzare Aedes Aegypti
Come sostenuto recentemente da uno studio dell’Università del Texas pubblicato su Lancet Infectious Diseases, la diffusione globale di Zika è associata al tipo di zanzare presenti. Se anche una seconda specie di zanzare fosse in grado di trasmettere il virus, diverse aree di Stati Uniti, Europa e Asia che si pensano al sicuro potrebbero fare i conti con un’epidemia, dicono i ricercatori. Questa seconda specie è la zanzara Aedes albopictus, nota per “covare” il virus ma non ancora se anche in grado di trasmetterlo.