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Cervello: il menù per mantenerlo giovane e attivo

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Preveniamo la demenza a tavola. Qual è il cibo migliore per il cervello? Cosa dobbiamo mangiare per mantenerlo in forma? Risponde la professoressa Michela Matteoli, responsabile del Programma di Neuroscienze dell’ospedale Humanitas e direttore dell’Istituto di Neuroscienze del CNR.

«Negli ultimi anni la ricerca ha fornito una serie di chiare indicazioni che hanno dimostrato come una dieta corretta sia in grado di rallentare l’invecchiamento del nostro cervello e prevenire patologie come la demenza o la malattia di Alzheimer. Uno studio del 2015 condotto da un gruppo di ricercatori del Rush University Medical Center di Chicago ha dimostrato come seguire una determinata dieta, definita dieta Mind, sia in grado di ridurre del 50% le probabilità di sviluppare Alzheimer. Questo studio è arrivato a conferma di molte altre evidenze che riportano gli effetti positivi di una dieta corretta sui fenomeni di plasticità neuronale».

Quali cibi fanno parte di questa dieta “amica” del cervello?

«La dieta Mind prevede un elevato consumo di cereali integrali, nell’ordine di tre volte al giorno, di verdura a foglia larga come spinaci e cavoli, ovvero le crucifere, in generale ricche di vitamina C, e poi di noci e semi di zucca, ricchi di acidi grassi come omega 3 e omega 6 e di minerali come zinco e magnesio importanti per processi di memoria. Anche seguendola in modo parziale si riducono le probabilità di sviluppare la malattia di Alzheimer del 30%», risponde la specialista.

(Per approfondire leggi qui: Cervello, dieta e movimento per la salute cognitiva. E per le emozioni?)

Perché l’alimentazione ha questo effetto sul cervello?

«È di pochi mesi fa uno studio della Tufts University a Boston che ha cominciato a gettare le basi per capire il motivo di questi effetti. La ricerca ha dimostrato che alcuni tipi di dieta, in particolare quella occidentale ricca di grassi, fritti e dolci, aumenta la suscettibilità a sviluppare la malattia di Alzheimer. I ricercatori hanno dimostrato che in seguito a questa dieta si ha un aumento dell’infiammazione a livello cerebrale. Si è osservato in particolare un aumento dell’attività delle cellule che regolano i processi infiammatori nel cervello, cioè la microglia, e in particolare si è visto l’incremento di una proteina (TREM2) che in passato era già stata associata direttamente allo sviluppo della malattia».

«Quindi una dieta scorretta aumenta l’attivazione delle cellule microgliali e quindi i processi di tipo infiammatorio; la molecola TREM2 potrebbe in particolare essere un componente critico nel modulare l’attivazione della microglia in risposta a fattori dietetici e nelle malattie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer».

(Per approfondire leggi qui: Stili di vita, cibo e sport per il cervello: scopri i trucchi per una buona memoria)

Dedichiamo tempo alla cura del nostro cervello e alla prevenzione della demenza. Alimentiamolo con i cibi giusti e cogliamo l’occasione della Settimana del Cervello (dal 14 al 20 marzo) per cambiare le nostre abitudini a tavola. L’iniziativa vede l’adesione della Società italiana di Neurologia e di Humanitas.

 

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