I numerosi arresti e i sequestri a Milano negli ultimi mesi hanno sollevato nuovamente il velo sul consumo in Italia di “shaboo”, una droga sintetica. Come riferisce il Corriere della Sera da inizio anno sono 18 le persone arrestate nel capoluogo lombardo e oltre 180 i grammi di questa metanfetamina sequestrati dalle forze dell’ordine nelle operazioni antispaccio.
Le persone arrestate provengono dalle comunità filippine e cinesi, molto numerose e ormai radicate nel tessuto sociale di Milano. Lo shaboo è un tipo di droga che caratterizza il consumo di sostanze stupefacenti di queste comunità, meritandosi così l’appellativo di “droga etnica”. Ma questa metanfetamina è ormai entrata nel cuore della movida milanese. Il Corriere racconta infatti di scene di spaccio e arresti nei pressi delle Colonne di San Lorenzo, uno dei luoghi simboli del divertimento meneghino.
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Ma cos’è lo shaboo, chiamata anche “ice” e “crystal meth”? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Simona Pichini, farmacologa del Dipartimento Farmaco dell’Istituto superiore di Sanità. «È metanfetamina: una sostanza d’abuso particolarmente additiva e pericolosa, consumata soprattutto nel Middle West degli Stati Uniti e nell’Est Asiatico. È ormai arrivata anche in Italia ma con percentuali di consumo nettamente inferiori a quelle di cannabis e cocaina che restano le sostanze stupefacenti più consumate. Si presenta sotto forma di cristalli bianchi da riscaldare e inalare o sniffare. Le metodologie di assunzione sono simili alla cocaina ma le dosi costano di meno, negli Stati Uniti anche un dollaro a dose. È molto additiva, crea forte dipendenza».
Dall’ultima relazione annuale al Parlamento del Dipartimento per le Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, il consumo recente di stimolanti (come anfetamine ed ecstasy) si attesta allo 0,5% coinvolgendo circa 180mila persone, di questi 155mila hanno fra i 15 e i 34 anni.
Come agisce lo shaboo e quali danni provoca all’organismo?
«Trattandosi di una sostanza psicoattiva, agisce sui recettori dopaminergici del sistema nervoso centrale, gli stessi su cui agisce la cocaina. Non ha azione diretta ma indiretta liberando la dopamina, un neurotrasmettitore, in grandi quantità e bloccandone il riassorbimento. La sua assunzione provoca quindi una forte scarica del neurotrasmettitore. Ha effetti euforizzanti e psicostimolanti, ancora una volta simili alla cocaina», risponde la specialista.
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«Ha una serie di gravi effetti collaterali: agisce sul sistema cardiovascolare, provoca ansia, allucinazioni, psicosi e disturbi della personalità. Provoca anche danni permanenti a livello cerebrale difficili da recuperare. È un tipo di droga che può disinibire fenomeni psicotici in persone che già di per sé hanno delle patologie psichiche. Queste persone possono manifestare reazioni come psicosi e tentativi di suicidio che sarebbero inibite in caso di mancata assunzione di questa sostanza», conclude la dottoressa Pichini.