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Alimentazione

A tavola: lo dicevano i nonni… ma sarà vero?

La salute? Passa anche per la tavola. Sarà per questo che, nel campo dell’alimentazione, esistono tantissimi detti popolari.
Tra i tantissimi che circolano ancora oggi ve ne sono alcuni che, per quanto vecchi e obsoleti, nascondono delle verità, supportate anche da recenti indagini scientifiche. Analizziamo allora cinque famose credenze popolari con l’aiuto dell’équipe di dietisti di Humanitas Gavazzeni.

1. Una mela al giorno toglie il medico di torno
E’ sicuramente uno dei più noti proverbi alimentari. Definita nella Bibbia il ‘frutto proibito’, la mela in realtà rappresenta una ‘tentazione’ cui bisognerebbe lasciarsi andare senza rimorsi. “Le proprietà benefiche della mela sono ormai accertate e avallate dalla letteratura scientifica – sottolinea la dietista -. Purtroppo, però, oggi sono tante le persone che preferiscono finire il pasto con uno snack burroso e ipercalorico, piuttosto che con un sano frutto. Citando solo alcune proprietà benefiche della mela, si può dire che si tratta di un frutto dalle capacità depurative, diuretiche (grazie all’elevata quantità di potassio che contiene) ed è regolatrice dell’attività intestinale, poiché contiene fibre solubili e insolubili che regolano l’intestino contrastando problemi come la stitichezza o, a al contrario, la diarrea grazie alla presenza di tannino e alle pectine, che hanno proprietà astringenti e protettive (per questo che i pediatri consigliano mele grattugiate nelle dissenterie infantili). Inoltre, il frutto rappresenta un vero toccasana per i denti, grazie al suo contenuto di acido ossalico che pulisce i denti, li sbianca e massaggia le gengive. Offre, poi, anche un aiuto a chi deve seguire una dieta dimagrante: la mela è composta all’87% da acqua ed è ricca di cellulosa e di pectina, due sostanze che in un certo senso riempiono lo stomaco, calmando i morsi della fame.
Ma non è tutto. La presenza di vitamina PP nel frutto aiuta a regolare la permeabilità dei capillari e dei vasi linfatici, prevenendo malattie come l’aterosclerosi e l’infarto. Inoltre, è ricca di flavonoidi (composti con elevate capacità antiossidanti) che combattono la produzione di radicali liberi e, quindi, l’invecchiamento precoce. Nella polpa, poi, si trova anche il fitosterolo che contribuisce a bloccare l’assorbimento del colesterolo alimentare, abbassando nel sangue la quota di colesterolo cattivo. Una delle ultime ricerche coordinata dal prof. Marco Romano della Divisione di Gastroenterologia del Centro Interuniversitario per la Ricerca su Alimenti, Nutrizione e Apparato Digerente della II Università degli Studi di Napoli, infine, non esclude che mangiare 2 mele al giorno possa svolgere un’azione preventiva nell’insorgenza del tumore gastrico. I ricercatori hanno infatti dimostrato che somministrando per via orale estratti di mela Annurca si avrebbe un significativo effetto protettivo a livello gastrico contro il danno indotto dai radicali liberi o dai farmaci anti-infiammatori. Questo grazie ai contenuti nella mela Annurca di composti anti-ossidanti, quali catechina e acido clorogenico”.

2. Buon vino fa buon sangue
“Un bicchiere di vino rosso non può sicuramente curare una trombosi, un’arteriosclerosi, un infarto, un tumore o il morbo di Alzheimer – precisa subito la dott.ssa Trombetti – ma se ci si limita a consumare al massimo 1-2 bicchieri al giorno durante i pasti e in modo continuativo nel tempo, il vino sembra rappresentare un ottimo alleato nel prevenire tutte le malattie sopra citate”. È stato sancito già da tempo, infatti, l’effetto benefico della bevanda per il nostro organismo, da più punti di vista. “Recentemente, in particolare – continua la dottoressa Trombetti – è emerso che il resveratrolo, un elemento presente nel vino e scoperto casualmente da un professore dell’Università Cattolica di Piacenza, funge da inibitore nei confronti di un enzima (il COX-2) coinvolto nei processi infiammatori e tumorali. Il resveratrolo, in pratica, sembrerebbe essere in grado di rallentare i processi d’invecchiamento ed è un forte elemento di contrasto dell’osteoporosi femminile che può sopraggiungere con la menopausa”.

3. In vino veritas
Questo proverbio deriva dal fatto che quando una persona ha bevuto un po’ troppo alcol i suoi freni inibitori si rilassano e, quindi, può facilmente rivelare cose che da sobria non avrebbe mai avuto il coraggio di dire. “Non a caso – spiega la dott.ssa Trombetti – uno dei tanti appellativi con cui veniva invocato il dio Bacco (il dio del vino) era Lieo, che in greco significa ‘Liberatore’, proprio perché il suo utilizzo aiutava a liberare dalle preoccupazioni personali e dai lacci delle convenzioni sociali. Si legge addirittura che i Persiani amavano molto il vino e affrontavano un po’ brilli le questioni più serie, salvo poi il giorno dopo (con la mente più lucida) mettere in discussione le decisioni prese”. Naturalmente, la capacità del vino e delle altre bevande alcoliche di dare libero sfogo a pensieri e commenti personali non rappresenta un valido motivo per abusare di queste bibite, che oltre a immettere alcol nel sangue, sono anche ricchissime di zuccheri e, quindi, di calorie.

4. La malva tutti i mali calma
La malva è una pianta erbacea perenne, presente in numerose varietà. La più usata in farmacia, però, è la malva sylvestris. “Questa pianta è definita anche ‘omnimorbia’, ovvero un preparato contro tutti i mali – ricorda la dottoressa Trombetti – ed è uno dei pochi arbusti le cui virtù terapeutiche sono conosciute anche dai meno esperti. In caso di mucose irritate, gengive sanguinanti, congiuntiviti, foruncoli, emorroidi, scottature, prurito e infiammazioni degli occhi può essere utile sotto forma di impacco, utilizzando un infuso a base di malva da applicare localmente. L’infuso da bere, invece, può essere utile in caso di bronchiti con catarro, infiammazioni o spasmi gastro-intestinali. Ha anche una leggera azione lassativa grazie alla sua presenza di mucillagini: per la stitichezza dei lattanti, per esempio, basta mettere in infusione qualche fiore di malva nell’acqua usata per allungare il latte nel biberon. E’ una pianta sicura e ad oggi non è stato evidenziato alcun effetto tossico sull’organismo”.

5. La salvia ti salva
Un tempo si sosteneva che la salvia era una pianta in grado di mantenere l’uomo in buona salute. “E infatti già il nome originario in latino dell’arbusto, salus salvus – sottolinea Chiara Trombetti – significa proprio ‘salute e in buona salute’, come riferimento alle sue proprietà curative e medicamentose, che oggi sembrano essere state confermate dalla letteratura scientifica”. La salvia è una pianta originaria dell’Europa meridionale, in particolare della regione mediterranea, ed è coltivata e commercializzata in vari Paesi. Se ne conoscono circa 750 specie e, fin dai tempi più remoti, il suo utilizzo era finalizzato a mantenere l’organismo in buona salute, tanto che nell’antichità la Scuola di Salerno denominava questa pianta con il nome di ‘Salvia salvatrix’.
“I suoi benefici – continua la dietista – deriverebbero dal suo contenuto in flavonoidi, sostanze benefiche per l’organismo perché dotate di proprietà antiaggreganti (mantengoo fluido il sangue) e antiossidanti (cioè anti-radicali liberi, le sostanze responsabili dell’invecchiamento cellulare e dei tessuti) e in tannini, ovvero composti fenolici che sembrano godere di proprietà antiossidanti e anti-colesterolo, cioè in grado di ridurre i livelli nel sangue delle molecole di colesterolo cattivo (LDL)”. La salvia, quindi, come sostenuto da numerosi ricercatori scientifici, agirebbe come antisettico (disinfettante dell’organismo), antispasmodico (calmante dei dolori), antisudorifero, diuretico, emmenagogo (cioè in grado di regolarizzare il flusso mestruale) e ipoglicemizzante (abbassa i livelli di glicemia nel sangue). “Tutte queste particolari qualità della pianta -sottolinea Chiara Trombetti – fanno della salvia un valido aiuto in caso di infezioni alla bocca, alla gola e alle vie respiratorie, oltre che in caso di eczemi e dermatiti, per alleviare i disturbi della menopausa, per combattere il nervosismo, stimolare la digestione e calmare gli attacchi di diarrea”. Come per tutti i preparati erboristici, però, è bene ricordare che il suo utilizzo andrebbe evitato nelle donne in gravidanza (si dice che nel Medioevo le levatrici la usavano per favorire le contrazioni uterine durante i parti più difficili) e non va usata in dosi eccessive e per lungo tempo, poiché contiene sostanze tossiche (le stesse presenti nell’assenzio) ed è controindicata agli epilettici e a chi soffre di pressione alta.

Di Annapaola Medina