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Candida Morvillo: “Le stelle non sono lontane”

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Una ragazza di provincia che parte alla ricerca della felicità in un modo fatto di sogni, sesso e potere. È questa la storia di Astrid, la protagonista del primo romanzo firmato dalla giornalista Candida Morvillo, Le Stelle non sono lontane. Parola all’autrice.

Le stelle non sono lontane. Da dov’è nata l’idea di questo titolo…

«Mi è piaciuto perché è un titolo che evoca la speranza di raggiungere i propri obiettivi, ma allo stesso tempo, essendo le stelle lontanissime, evoca l’ambizione cieca dei personaggi del romanzo, che non hanno coscienza della vera misura della realtà e di sé».

Quali sono i rischi che può comportare la ricerca, incessante e confusa, della felicità?

«La felicità va sempre cercata, ma nessuno ci insegna come si fa. Anzi, tendiamo spesso a essere vittime di idee stereotipate di felicità, intese come successo personale. Astrid, la protagonista principale, soffre di un complesso di inadeguatezza. Mira all’ascesa sociale attraverso il fidanzamento con un rampollo della buona società romana e, essendo di origini umili, si sente perennemente sotto esame. Ha crisi d’ansia che cerca di tenere a bada con l’auricoloterapia che le ha insegnato il suo omeopata, cioè digitopressando un punto dell’orecchio e contando fino a dieci. Beatrice, una giovane principessa romana che lavora come showgirl, fragilissima e con alle spalle una famiglia che non l’ha saputa amare, crede di poter essere felice solo se riamata da un uomo e soffre di dipendenza affettiva. Quando lui la lascia, crolla nella disperazione più profonda perché è capace di amarsi solo rispecchiandosi nello sguardo di chi ama. Sentendo di non valere niente, arriverà a tentare il suicidio. E tutti i personaggi di questo che è un romanzo corale sono alle prese con un percorso di realizzazione di sé e della propria identità molto accidentato».

copertina libro Candida MorvilloFra i personaggi c’è una signora che pensa solo alla sua bellezza, a botox e creme. Un atteggiamento rischioso per la salute?

«Gloria Green è una conduttrice ossessionata dal mito dell’eterna giovinezza e terrorizzata dal rischio di essere soppiantata da colleghe più giovani. Percepisce ritocchini, tiratine, botox e punturine come vitali. Al di là dei rischi che comportano alcuni interventi chirurgici, il suo è un problema di ordine psicologico. Delega il proprio valore all’aspetto estetico, non accetta l’invecchiamento e addossa le colpe dei suoi insuccessi alla gioventù altrui e ai suoi difetti fisici veri o presunti. Non si può certo definire una persona sana ed equilibrata».

Nel libro si parla di tv e spettacolo, veicoli per il successo. In queste “scatole magiche” c’è anche spazio per temi come benessere e salute?

«Ci sono. I personaggi celebri costituiscono modelli per il pubblico che li segue e possono fare molto per far passare messaggi su prevenzione, benessere, salute. Il caso di Angelina Jolie che ha raccontato di essersi sottoposta a mastectomia per prevenire un rischio nel suo caso elevato di cancro al seno ha reso famosa nel mondo una tecnica medica fino a quel momento nota per lo più agli addetti ai lavori».

 

A cura di Simona Camarda