Prevenzione

Tiroide e obesità, un legame da sfatare

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Da sempre si dice che l’ipotiroidismo provoca un aumento del peso. Ma è sbagliato ritenere che questa patologia da sola possa provocare obesità, come sottolinea la dott.ssa Rosa Miranda Testa di Humanitas Gavazzeni

Che l’ipotiroidismo abbia come conseguenza un aumento del peso, lo si sente affermare da sempre, ma ciò non significa che questa patologia – legata alla riduzione del funzionamento della tiroide e che ha tra i suoi sintomi più comuni la stanchezza, l’intolleranza al freddo, la difficoltà di concentrazione, la sonnolenza e la stitichezza – possa essere, da sola, causa di obesità. In presenza di ipotiroidismo si può parlare infatti di un incremento del peso corporeo contenuto, nell’ordine di qualche chilogrammo, e niente più.

I motivi di tutto ciò ce li spiega la dottoressa Rosa Miranda Testa, Medico endocrinologa dell’area Endocrino Metabolica e del Centro Obesità di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Dottoressa Testa, è vero che non si può parlare di ipotiroidismo come causa di obesità?

«Sì, è vero. L’ipotiroidismo, anche quando si presenta nelle sue forme più gravi, al massimo determina un incremento del peso corporeo di qualche chilogrammo per lo più a causa dell’accumulo di liquidi che, comunque, regredisce gradualmente dopo l’inizio della terapia con cui si provvede a restituire al paziente la quota di ormoni tiroidei non più efficacemente prodotta dalla tiroide. Per entrare nel dettaglio, si tratta di un accumulo nello strato sottocutaneo di sostanze idrofile, i mucopolisaccaridi, che trattengono acqua».

Non si tratta dunque di un accumulo di grasso…

«In realtà la cosa è un po’ più complessa, ma ci tengo a chiarire che, anche se in passato l’ipotiroidismo è stato considerato causa di obesità secondaria, (obesità derivante da cause ben conosciute n.d.r.), oggi sappiamo che questa non è la verità. L’insufficiente produzione di ormoni da parte della tiroide, infatti, rallenta i processi metabolici, diminuendo così la richiesta di energie del nostro corpo che si adegua alla nuova situazione imparando a vivere con molte meno calorie rispetto al solito».

È come se il nostro corpo, dunque, trovasse da sé una soluzione a una situazione di anormalità…

«Esattamente, il nostro organismo cerca sempre un suo equilibrio, un ipotiroideo infatti solitamente ha poco appetito, avendo un metabolismo più lento richiede l’introduzione di minori quantità di cibo, bilanciandosi entrate e uscite si evita così la progressione verso l’obesità. Naturalmente tutto questo determina però l’insorgenza dei sintomi propri della malattia: stanchezza, sonnolenza, rallentamento mentale e delle prestazioni fisiche».

 

A cura di Luca Palestra