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Sporchi o puliti, questo il dilemma

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Batteri, virus, bacilli, microbi di ogni tipo ovunque: nei locali pubblici, sulla tastiera del pc, sul telefonino, sullo spazzolino. Ecco i consigli per prevenire il contagio, evitando però l’eccesso di pulizia.

Batteri (ma anche virus) in agguato? Sì, secondo varie ricerche, pubblicate di recente dalla stampa britannica. Tastiere e mouse del pc sono, infatti, più sporchi di un wc secondo una analisi dell’Università dell’Arizona, con una media di 1.676 microbi per pollice quadrato solo sul mouse e con il 10 per cento dei lavoratori che ammette di non aver mai pulito la tastiera e uno su cinque il mouse. E, poi, anche penne, carrelli della spesa (l’80 per cento sull’impugnatura ha segni di E. Coli e virus gastrointestinali e influenzali), cellulari, spazzolini (su cui possono vivere ben 100 milioni di batteri di ogni tipo, dall’E. Coli, allo stafilococco, streptococco e candida), seggioloni per i bambini nei ristoranti e dispenser dei saponi usati nei locali pubblici e nelle palestre, contaminati rispettivamente per un quarto e un terzo da batteri fecali. Siamo, insomma, davvero così circondati da virus e batteri? E, in caso affermativo, come si può prevenire il contagio senza farsi prendere dalla fobia (controproducente) dell’eccesso di pulizia? Lo chiediamo a Michele Lagioia, Direttore Medico di Presidio di Humanitas e Specialista in Igiene e Medicina Preventiva.

Dottor Lagioia, siamo davvero circondati da virus e batteri in oggetti di uso quotidiano?
“Sì, ma non è una novità, nel senso che ogni ambiente è più o meno contaminato da batteri. In realtà non c’è nulla di nuovo, non viviamo in un mondo sterile, c’è, quindi, poco da stupirsi. Si può, però, trarre qualche indicazione utile dalle ricerche per evitare il contagio senza incorrere in una fobia da eccesso di pulizia”.

Perché? La “sporcizia” può anche essere utile?
“La fobia della pulizia ad ogni costo è controproducente. Un po’ di ‘sporcizia’ tiene allenato il nostro sistema immunitario, che si forgia sul contatto con batteri e virus, lo stimola a reagire contro agenti pericolosi. Con un meccanismo analogo reagiamo verso gli allergeni e, infatti, una delle ipotesi sull’aumento delle allergie nei Paesi industrializzati è proprio l’eccesso di pulizia. Ritornando ai batteri, si pensi a quando ci rechiamo in un’area geografica con condizioni igieniche differenti dalle nostra come, per esempio, l’Indocina. Se mangiamo un cibo locale, il nostro intestino non lo regge, non ne è in grado, mentre le persone del posto non hanno problemi, proprio per un principio adattivo delle nostre difese. Per lo stesso discorso, le mamme che tengono sotto una campana di vetro i loro figli sbagliano. Non dimentichiamo, infine, che proprio alcuni batteri, che comunemente definiamo ‘buoni’, ci permettono di vivere. Certamente, d’altro canto, è anche corretto prevenire alcune catene di trasmissione”.

Quali sono, quindi, i suoi 4 consigli principali?
1-Lavarsi spesso le mani, sempre dopo essere stati in bagno o dopo aver toccato superfici ‘comuni’ come le maniglie dei tram, quelle del carrello della spesa o la tastiera del pc di un’altra postazione di lavoro e via dicendo.
2- Preferire le videoconferenze, soprattutto nei mesi invernali, quando i virus spopolano, rispetto alle lunghe riunioni con più persone in una stessa stanza, magari angusta, e arieggiare spesso i locali.
3- Non condividere mai oggetti personali come lo spazzolino (che sfregando sulle gengive può causare la trasmissione di virus anche più gravi come l’epatite) né oggetti come le penne (che spesso, tra l’altro, vengono portate alla bocca) o i cellulari.
4- Evitare di dare per scontato la pulizia: portare con sé salviettine antibatteriche per pulire i seggioloni dei ristoranti o la postazione di lavoro o detergersi le mani con soluzioni idroalcoliche ‘ad hoc’ (meglio che utilizzare i dispenser dei locali pubblici).

Di eccesso di igiene parla anche il prof. Mantovani, nel suo libro “I Guardiani della vita”:
“In Austria alcuni studi hanno messo a confronto bambini con un grado di benessere simile, residenti in villaggi di campagna. I risultati hanno evidenziato che, fra loro, chi è esposto frequentemente ai microbi presenti nelle stalle è più protetto dalle allergie. […] L’aumento di malattie allergiche è dunque in qualche modo legato al fatto che siamo più raramente a contatto con gli agenti microbici. Questo altera l’equilibrio e il bilanciamento del sistema immunitario”.

A cura di Lucrezia Zaccaria