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Contagion: il mondo è davvero in pericolo?

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Dal film alla realtà. Il confine nel caso di “Contagion” è sottile. E’, infatti, un fantasy, ma basato su solide tesi scientifiche. Quali strumenti abbiamo per difenderci?

Dal film alla realtà. O, forse, dalla realtà al film. Il confine nel caso di “Contagion” di Steve Sodemberg è sottile. E’, infatti, un fantasy, ma basato su solide tesi scientifiche. Non significa che domani un virus si diffonderà in tutto il mondo. Ma è successo, succede e succederà ancora. La situazione, quindi, può verificarsi ancora oggi? Quali strumenti abbiamo a disposizione per difenderci? Lo chiediamo a Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e docente di Patologia all’Università di Milano il cui libro I guardiani della vita in uscita il 20 settembre spiega per la prima volta e “a tutti” i segreti del nostro sistema immunitario nel difenderci costantemente da virus e batteri. Un libro scritto in collaborazione con Monica Florianello i cui proventi saranno devoluti a Fondazione Humanitas per la Ricerca (ente non-profit che opera presso il Centro di Ricerca e Didattica universitaria dell’Istituto Clinico Humanitas Milano).

Professor Mantovani, cosa significa che è successo, succede e succederà quanto descritto nel film “Contagion”?
“Significa che il film ha utilizzato consulenti competenti come Ian Lipkin, docente di epidemiologia e neuropatologia alla Columbia University di New York perché è un fantasy basato su solide basi scientifiche. Il passaggio di virus di cui si parla nel film, infatti, è modellato su un fatto accaduto realmente nel 1990 in Malesia con il virus Nipah che è migrato dai pipistrelli ai maiali e che ha creato centinaia di morti. Ma, più in generale, questo passaggio è avvenuto più volte. Si pensi a ebola, per esempio, o ai casi più famosi (perché hanno colpito anche l’Occidente) di Sars o aviaria. Questo è successo, succede ancora e succederà perché siamo sempre più a contatto con altri continenti e aumentano le occasioni di unione fra essere umani di altre specie. Siamo sotto una minaccia costante e questa non è fantasia”.

Possiamo difenderci?
“Lo dice anche il titolo del mio libro ‘I guardiani della vita’ (e senza essermi accordato con Spielberg!). Ho, infatti, scelto la chiave della metafora per rendere familiari concetti che a volte possono apparire ostici, per aiutarci a comprendere le vicende incredibili che accadono dentro di noi e gli scenari che si aprono alla Medicina del Terzo millennio. ‘I guardiani della vita’ non sono altro che le nostre difese immunitarie, che da sempre combattono una guerra invisibile con virus, batteri e protozoi dell’ambiente. Una guerra in cui armi e strategie evolvono da entrambe le parti. Da un lato il nostro esercito con sentinelle, soldati e generali. Dall’altro i nemici che, come pirati, rapiscono alcune delle nostre molecole e se ne servono contro di noi oppure corrompono i nostri poliziotti naturali per far crescere il cancro. Tutto è regolato da precisi ordini e messaggeri: a volte i patogeni ne decriptano il codice e lo usano per invaderci, in altri casi sono gli stessi difensori che aggrediscono chi dovrebbero difendere. È il ‘lato oscuro’ della nostra Forza (giusto per citare un altro famoso film), alla base delle malattie autoimmuni, l’aspetto più inquietante e ancora poco compreso del sistema immunitario”.

La base di tutto è la ricerca?
“Uno dei messaggi del libro è che la nostra assicurazione come individui e come umanità è la ricerca immunologica. Spesso l’immunologia sembra assai distante dalle nostre vite e, invece, le scoperte effettuate in ambito immunologico hanno avuto ed hanno un impatto profondo sulle conoscenze medico-scientifiche, causando radicali cambiamenti in diversi settori: hanno mutato il modo di eseguire esami diagnostici, le terapie contro varie forme di tumore e contro l’Aids, la nostra visione del genoma. E hanno cambiato, in fondo, la nostra stessa concezione delle malattie”.

A cura di Lucrezia Zaccaria