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Ecco i 4 giovani talenti adottati da Gerry Scotti

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Il presentatore sostiene per un anno i progetti di ricerca di quattro scienziati di talento. Guarda il video della giornata.

Testimonial d’eccezione e protagonista dello spot televisivo realizzato da Fondazione Humanitas per la Ricerca nell’ambito della campagna per il 5×1000, Gerry Scotti ha rinunciato al compenso pattuito e aderito alla proposta della Fondazione “adottando” quattro giovani scienziati di talento che hanno dimostrato le proprie capacità facendo esperienze anche all’estero, in strutture prestigiose, e pubblicando i propri studi su riviste scientifiche internazionali. Grazie agli assegni di ricerca messi a loro disposizione per un anno dal presentatore, Giovanna Finocchiaro, Enrico Lugli, Federica Marchesi e Luca Toschi potranno approfondire i loro studi in un settore delicato e importante come la lotta al cancro.
“Credo nei progetti che porta avanti Fondazione Humanitas per la Ricerca – spiega Gerry Scotti – . Per questo ho aderito alla campagna realizzata in occasione del 5×1000. In un momento di difficoltà per l’economia, che purtroppo si ripercuote negativamente anche sul taglio dei finanziamenti alla Ricerca, ritengo doveroso offrire il mio contributo per valorizzare i giovani talenti impegnati in una sfida che condivido pienamente: battere il cancro”.

Coerentemente con lo spirito che anima Fondazione Humanitas per la Ricerca, i progetti di ricerca sostenuti prevedono uno stretto legame fra laboratorio e attività clinica, in una logica di ricerca “traslazionale” che consente di trasferire i risultati degli studi al letto del paziente. “La generosità di Gerry Scotti – afferma il prof. Alberto Mantovani, Presidente di Fondazione Humanitas per la Ricerca – contribuisce a far rientrare e trattenere nel nostro Paese quattro giovani di talento che hanno effettuato importanti esperienze all’estero. I loro progetti di ricerca affrontano sfide fondamentali per l’Oncologia: migliorare la qualità delle cure con terapie antitumorali sempre più mirate e sfruttare le nostre difese naturali contro big killer come il tumore del pancreas e del polmone.
Non solo. Gesti come quello di Gerry Scotti hanno anche un significato più ampio: dare agli scienziati la sensazione che – nonostante gli scarsi investimenti pubblici, soprattutto in momenti di difficoltà economica – la società, le persone comprendono l’importanza strategica della ricerca scientifica. Per la cura dei pazienti, per il futuro dei nostri giovani e, più in generale, del nostro Paese”.

“La ricerca è fondamentale per migliorare la qualità e i risultati delle cure nel settore della lotta contro il cancro – spiega il dott. Armando Santoro, Direttore di Humanitas Cancer Center -. Una sfida, oggi, sempre più internazionale. Valorizzare giovani medici e ricercatori che portano avanti progetti di ricerca innovativa, clinica e di base, e che hanno effettuato proficue esperienze di lavoro anche all’estero è dunque fondamentale per rafforzare le collaborazioni con i centri più qualificati di tutto il mondo”.

I 4 ricercatori ed i loro progetti

Tumore del polmone: la cura giusta per il paziente giusto
Giovanna Finocchiaro, 35 anni, è laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Oncologia. Ha effettuato importanti esperienze di studio all’estero, negli USA presso il Colorado Cancer Center (Aurora, CO) e in Svizzera presso l’Oncology Institute of Southern Switzerland (IOSI). In Humanitas, presso l’Unità Operativa di Oncologia ed Ematologia, si occupa di neoplasie polmonari con particolare interesse verso la ricerca clinica e traslazionale.
Il progetto di ricerca della dott.ssa Finocchiaro si focalizza sul tumore più frequente del polmone, il carcinoma non a piccole cellule. Negli ultimi anni, terapie sempre più personalizzate hanno consentito di migliorare in modo significativo la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti. Alcune terapie biologiche, in particolare, hanno come bersaglio una delle sostanze che costituiscono la “benzina” di questo tumore: il recettore di un fattore di crescita. Non tutti i pazienti, però rispondono positivamente a queste terapie. Obiettivo dello studio condotto grazie al sostegno di Gerry Scotti è identificare i meccanismi molecolari responsabili della resistenza a tali terapie: da una parte per indirizzare meglio le cure, dall’altra per svelare eventuali meccanismi in grado di far rispondere i pazienti alla terapia.

Dagli USA per svelare i segreti del trapianto di midollo
Enrico Lugli, 31 anni, è laureato in Biotecnologie Mediche e ha successivamente conseguito un PhD. Lavora negli USA presso il National Institutes of Heath (NIH – Bethesda, Maryland) dove ha maturato una specifica esperienza nella caratterizzazione delle diverse popolazioni di cellule del sistema immunitario, con tecniche avanzate di citometria a flusso. Grazie all’assegno di ricerca di Gerry Scotti rientra in Italia, e presso Fondazione Humanitas per la Ricerca lavorerà nell’ambito di un laboratorio diretto dal dott. Domenico Mavilio, anch’egli cervello rientrato dagli USA.
Obiettivo del suo progetto è studiare in che modo si ricostituisce il sistema immunitario dopo il trapianto di midollo, allo scopo di ottimizzarne la naturale capacità di uccidere le cellule tumorali. Il trapianto di midollo aploidentico (ovvero da donatore parzialmente incompatibile), parte integrante nella terapia di molte patologie ematologiche maligne, consiste in un trattamento chemio/radioterapico seguito dalla trasfusione di cellule staminali ematopoietiche che reagiscono contro le cellule tumorali del ricevente. Lo studio del dott. Lugli mira a svelare come e perché avvenga questa reazione, e a chiarirne i meccanismi alla base.

In prima linea contro il tumore del pancreas
Federica Marchesi, 33 anni, laureata in Biotecnologie Mediche, ha effettuato importanti esperienze sia in Australia, presso l’Università di Melbourne, sia negli Stati Uniti presso il Mount Sinai Institute di New York, con lo scopo di approfondire gli studi sui meccanismi che guidano la migrazione delle cellule del sistema immunitario nei tumori. Nel 2006, nel corso del programma di PhD svolto in Humanitas in collaborazione con la Open University (UK), ha contribuito ad identificare una delle basi molecolari che guida il cancro del pancreas a diffondersi invadendo i nervi che lo circondano.
Tornata in Italia nel 2009, grazie al sostegno dell’assegno di ricerca di Gerry Scotti proseguirà questi studi concentrandosi in particolare sull’organizzazione delle cellule immunitarie all’interno del cancro del pancreas, per capire se e come questa influenza l’andamento clinico della malattia. Dati recenti sembrano incoraggiare gli studi in questa direzione. Si apre dunque una nuova speranza per un tumore che, ad oggi, rimane uno dei big killer più temuti.

Dal sistema immunitario nuovi approcci terapeutici per il tumore del polmone
Luca Toschi, 32 anni, laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Oncologia, parallelamente all’attività clinica si è da sempre occupato di ricerca in ambito oncologico, maturando significative esperienze all’estero: in Francia presso l’International Agency for Research on Cancer di Lione, e negli Stati Uniti presso il Colorado Cancer Center (University of Colorado, Aurora) e presso il Dana-Farber Cancer Institute di Boston. Dal 2010 coordina le attività di ricerca traslazionale nell’ambito dei tumori polmonari presso l’Unità Operativa di Oncologia di Humanitas.
Il tumore del polmone rimane ad oggi una sfida fondamentale. Obiettivo del progetto del dott. Toschi è verificare se e in quale misura l’attività del sistema immunitario consente di predire l’andamento clinico e la risposta alla terapia dei pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule. Questo consentirà di individuare nuovi marcatori di gravità della malattia, così da orientare la terapia più corretta sui pazienti a più alto rischio. Inoltre, i risultati dello studio potranno incoraggiare l’utilizzo di strategie immunologiche come approccio di cura complementare a chirurgia, chemio e radioterapia.

A cura della Redazione