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Ricordare divertendosi? La Nasa spiega come

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Tecniche, segreti e trucchi per potenziare l’abilità di ricordare ne “Il grande libro della memoria”. Ne parliamo con uno degli autori, Edoardo Rosati.

Ricordare facilmente, senza alcuno stress, anzi, addirittura divertendosi. Come? Grazie alle tecniche del “metodo Golfera” spiegati ne “Il grande libro della memoria”, scritto da Gianni Golfera, Edoardo Rosati e Pierangelo Garzia.
Studiato dalla NASA, Gianni Golfera, l’uomo che ha memorizzato parola per parola 261 libri, sostiene che avere una memoria eccezionale non è una questione genetica. Quindi, anche chi non sa mai dove ha messo le chiavi e chi dimentica i nomi dopo pochi minuti può acquisire una memoria “prodigiosa”. In questo libro vengono svelati tutti i segreti del “metodo Golfera” per apprendere e ricordare schemi complessi, grafici, vocaboli, regole e pronuncia delle lingue straniere, e per memorizzare senza errori nomi (associandoli ai relativi volti), date, cifre, concetti e tutto ciò che serve per raggiungere risultati insperati nello studio, nel lavoro, nella vita personale.

Ne abbiamo parlato con uno degli autori, Edoardo Rosati, giornalista del settimanale Oggi, specializzato nella divulgazione medico-scientifica. “Il tema della memoria è affascinante e trasversale – spiega -. L’idea di questo libro nasce proprio da Gianni Golfera, uno dei più grandi mnemonisti che l’Italia può vantare, che si è avvicinato a queste tecniche fin dall’infanzia”.

Nell’era dei computer, dei palmari e degli smartphone serve ancora avere una buona memoria?
“Assolutamente sì, perché allenare la memoria è uno dei pochi metodi conosciuti dalla scienza per aumentare la capacità di ragionamento e le performance cerebrali, a tutte le età.
Certo, noi con tutti i supporti tecnologici che abbiamo a disposizione siamo più fortunati dei nostri nonni, che per ricordare avevano meno aiuti. Ma è anche vero che per certi versi il progresso e la tecnologia impegnano il cervello – che rimane l’agenda migliore! – con un carico di informazioni sempre nuove. Stimolando però positivamente anche la capacità di ricordare, in un circolo virtuoso.
Perciò è importante controllare il flusso di messaggi, per regolare e catalogare le informazioni incessanti – basti pensare ad esempio alle password e ai PIN da ricordare – che ci arrivano dall’esterno. Golfera ci illustra un metodo per farlo senza stress, anzi divertendosi”.

In che modo?
“Associando immagini ed emozioni a ciò che vogliamo memorizzare. Questo ci consente di stabilire legami indissolubili che imprimeranno in modo stabile nella nostra mente le informazioni che abbiamo bisogno di conservare. Diventerà quindi facile per tutti – anche per gli smemorati cronici – ricordare qualsiasi cosa torni utile nel lavoro e nello studio: numeri, nomi, visi, date, testi, formule e così via.
Ma non si tratta di uno sterile esercizio cerebrale fine a se stesso. Un messaggio emerge forte da questo libro, e mi sta a cuore sottolinearlo: la memoria è un bene, prezioso, da coltivare. Ormai siamo abituati, grazie alla sempre maggiore cultura della prevenzione, a tenere sotto controllo pressione e cuore, vista, udito, perfino i nei. Tuttavia diamo per scontato che la memoria funzioni sempre e comunque. Invece, è importante svilupparla e monitorarla nel tempo.
Ricordare non è qualcosa di assolutamente fisiologico come siamo troppo spesso portati a pensare. E’ un atto volontario. Dunque, la mente va allenata per farlo al meglio. E’ il cosiddetto brain training, la ginnastica della mente che oggi va tanto di moda, e che può garantire longevità e salute al cervello”.

Dunque la memoria non è una pura questione genetica?
“Al contrario, è un bene che tutti possiamo sviluppare, anche se ovviamente partendo da una base che è diversa per ciascuno di noi.
Questo ci aiuta a comprendere perché in condizioni di stress, ad esempio, ricordiamo meno facilmente. Lo stress infatti fa venire meno alcune funzioni-chiave dell’ippocampo, la regione del cervello che lavora come un ‘ufficio postale’, smistando le informazioni quotidiane, stabilendo quali conservare e in quale ‘magazzino’ farlo.
La memoria si pone quindi al centro di una serie di interazioni cruciali, e in questo senso la scienza dà ragione a Gianni Golfera: fare ciò che il suo metodo ci suggerisce, ossia pensare per immagini, significa costringere il cervello ad attivarsi in più punti. E poiché non esiste un unico centro cerebrale sede della memoria (ma la capacità di apprendere e ricordare dipende da un network di neuroni), più aree del cervello si coinvolgono maggiori possibilità si hanno che il ricordo si imprima in modo indelebile.

Al di là de “Il grande libro della memoria”, lei è autore di una decina di libri su temi di salute, cui poi si aggiungono medical thriller e racconti (sempre nell’ambito della scienza medica). La divulgazione scientifica è un lavoro o una passione?
“Mi appassionano tutti i temi di Medicina e salute, ad amplissimo spettro: dalle nanotecnologie alla ricerca di base, dalle nuove terapie alle tecnologie per la cura. E mi piace rendere accessibili al grande pubblico queste tematiche, che toccano ognuno di noi. Penso sia giusto informare la gente, fotografando lo stato dell’arte della Medicina e le novità ad essa legate in modo onesto, senza farsi divorare dall’ansia della ‘notizia in anteprima’. Per noi giornalisti medico-scientifici, la sfida è parlare di tutto questo ma con il giusto tono e con equilibrio. Assicurare un’informazione ricca di spunti, preservando senso e fascino della notizia, senza tuttavia generare false speranze. Il segreto è tenere a freno il millenarismo che è nella penna di tutti noi. O almeno, come nel mio caso, sfogarlo nei medical thriller…”.

Il grande libro della memoria
Gianni Golfera, Edoardo Rosati, Pierangelo Garzia
Memoria, intelligenza e creatività: lo straordinario metodo per potenziarle divertendosi.
Ed. Sperling & Kupfer
€ 18,50

Di Monica Florianello