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Riconoscimenti al prof. Mantovani, nominato Outstanding Scientist 2009 dal William Harvey Research Institute, e al dott. Mavilio per gli studi sull’HIV.

Il Consiglio scientifico del William Harvey Research Institute ha nominato all’unanimità Alberto Mantovani Outstanding Scientist 2009, in riconoscimento del suo contributo alla scienza medica. Mantovani riceverà la William Harvey Medal oggi alle 17.00 a Londra.
Fondato dal biochimico e farmacologo britannico John Vane, Premio Nobel per la Medicina nel 1982, collegato alla Barts and the London School of Medicine and Dentistry (Queen Mary University of London), il William Harvey Research Institute è uno tra i più prestigiosi istituti di ricerca medica e farmacologica al mondo.

L’Associazione italiana colture cellulari ha invece assegnato un premio al dott. Domenico Mavilio, medico ricercatore di Humanitas, per la categoria riservata agli specialisti senior con meno di 40 anni ma con alle spalle un’esperienza scientifica riconosciuta e titolari di incarichi e di progetti di rilievo. Il dott. Mavilio coordina importanti studi sulla fisiopatologia dell’infezione da virus dell’Immunodeficienza acquisita di tipo I (HIV-1).
Il gruppo che fa riferimento al dott. Mavilio e che oggi lavora in un laboratorio dedicato in Humanitas si è focalizzato su questo filone di ricerca fin dal 2002, quando ha intrapreso la propria attività scientifica presso il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, National Institutes of Health, Bethesda, Maryland, USA. “Ci è stato riconosciuto – spiega lo specialista – il merito di aver identificato diverse alterazioni patologiche a carico dell’immunità innata dei pazienti infettati da HIV-1. In generale, il nostro sistema immunitario innato ci protegge fisiologicamente da molte infezioni virali e dai tumori. Da anni concentriamo i nostri studi sui meccanismi cellulari e molecolari che permettono al virus stesso di eludere il controllo delle nostre difese immunitarie innate facendo in modo che l’infezione progredisca verso la malattia conclamata”.

Gli studi del gruppo del dott. Mavilio hanno chiarito alcuni aspetti particolarmente complessi in merito al ruolo del sistema immunitario innato nella patogenesi dell’infezione da HIV-1, materia per altro quasi inesplorata fino ai primi anni Duemila. “Inizialmente questo settore della ricerca scientifica era molto specifico e piuttosto circoscritto ed i laboratori che se ne occupavano erano pochissimi. In pochi anni lo studio della fisiopatologia dell’immunità innata di molti modelli di malattie umane di tipo virale, tumorale o immunitario è diventato un argomento di largo interesse scientifico su scala mondiale. Il nostro gruppo si è focalizzato in questi anni sul ruolo delle cosiddette cellule natural killer nella patogenesi dell’infezione da HIV-1. Abbiamo inoltre recentemente terminato uno studio multicentrico internazionale Italia-USA in cui identifichiamo due nuovi potenziali marcatori biologici presenti su queste cellule che ci permettono di identificare con precisione lo stadio clinico della malattia e l’efficacia della terapia antiretrovirale”.

Le applicazioni cliniche di questo tipo di ricerca scientifica sono importanti anche dal punto di vista terapeutico. “Ad esempio – conclude il ricercatore – i trapianti di cellule natural killer in pazienti con alcuni tipi di leucemie in cui la chemioterapia classica risulta inefficace ha permesso di migliorare notevolmente l’esito e l’attecchimento del trapianto di midollo osseo e la prognosi della malattia. Pertanto, lo studio dell’immunità innata nella fisiopatologia di malattie umane rappresenta un’innovativa e promettente branca della moderna immunologia clinica e sperimentale sia per migliorare la gestione clinica dei pazienti che per sviluppare strategie terapeutiche alternative“.

A cura della Redazione