Oculistica

Tecnologia amica della vista: la luce blu non fa male 

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Secondo l’American Academy of Ophtalmology la luce di colore blu emessa da computer, smartphone e tablet non è dannosa per la vista.

L’organizzazione che rappresenta gli oftalmologi statunitensi lo ha sostenuto in una una dichiarazione ufficiale che smentisce un assunto dato ormai per ufficale. Gli oftalmologi hanno smentito quindi le evidenze riportate da uno studio pubblicato su Nature nella sezione Scientific Reports, secondo cui la luce blu proveniente da dispositivi digitali e dai raggi ultravioletti della luce solare potrebbe far molto male alla vista.  Ne abbiamo parlato con il prof. Paolo Vinciguerra, Responsabile di Oculistica di Humanitas.

 

Lo studio di Toledo e sue interpretazioni

Era stata l’Università di Toledo a pubblicare proprio nei mesi scorsi il risultato di uno studio che affermava che la continua esposizione alla luce blu potesse causare la morte di alcuni componenti cellulari della retina. Inoltre, secondo gli studiosi, la luce blu poteva aumentare il rischio di degenerazione maculare, una patologia generalmente legata all’età, che può portare anche alla perdita della vista.

Ciò che hanno però fatto presente gli oftalmologi statunitensi è che, benché ciò che viene riportato dalla studio sia accurato e il suo risultato più che valido, l’esperimento non riproduce ciò che realmente avviene nell’occhio umano.

Le cellule testate nello studio infatti che non sono stata esposte alla luce del Sole. Ecco perché sarebbe azzardato affermare che la ricerca basti a provare che la luce degli schermi faccia male. Insomma gli esperti Aao rassicurano: la luce blu di smartphone, tablet e pc non è dannosa.

La conferma di Humanitas

“La luce blu non danneggia vista – concorda anche Paolo Vinciguerra, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica dell’Humanitas -. L’illuminazione nella banda del blu proveniente da questi apparecchi serve a rendere più visibili e nitide le immagini e il testo, che altrimenti apparirebbero in una luce meno contrastata e di più difficile lettura (di colore giallo), nonché meno gradevole alla vista”.

 

Il rischio di alterare il ritmo sonno-veglia e la luce giallastra

L’unica eventuale controindicazione della luce blu riguarda invece il rischio di alterare il ritmo sonno-veglia prima di andare a letto: “Questo ritmo – spiega Vinciguerra – è regolato dal colore della luce naturale e l’uso di smartphone, computer e tablet a tarda sera può essere responsabile di un’alterazione, allontanando il sonno”.

Ecco perché è bene impostare l’intonazione giallastra dello schermo che non contrasta il ritmo circadiano che regola il sonno.

 

I consigli dello specialista per non affaticare gli occhi

Non sono tanto i dispositivi elettronici a far male, quanto la concentrazione prolungata: che che sia davanti allo schermo del nostro pc o davanti a un libro. Questa condizione comporta infatti una diminuzione del numero di volte in cui si ammicca e può rendere l’occhio troppo asciutto.

“È questa concentrazione – ha spiegato Vinciguerra –, può portare ad uno stato irritativo che spesso viene scambiato per stanchezza condizione che a sua volta, se costante e continuativa, nel tempo può contribuire ad una cronicizzazione della condizione patologica”.