Alimentazione

La millenaria via delle spezie

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In Roma e la via delle spezie, l’autore J. Innes Miller, (addetto nell’amministrazione coloniale inglese a Singapore dal 1919 e cultore di studi classici) racconta una storia: quella delle rotte commerciali che, pur estese per migliaia di chilometri, trasportavano con regolarità merci preziose, ponendo in contatto Occidente e Oriente!
Nel libro si apre al lettore un mondo da Mille e una Notte, in cui Europa e Asia, si trovano unite come mai più è avvenuto…
Nel periodo delle Crociate nuovi orizzonti culturali si aprono e si deformano, le potenze marinare di Genova e di Venezia, le potenze europee, in particolare gli Olandesi e poi la potenza marittima inglese mantengono vivo questo mondo fatto di lunghi viaggi, carichi preziosi, relazioni e accordi diplomatici nel quale trovano posto anche avventurieri e letterati.
L’affascinante storia della Via delle Spezie (ma c’è ovviamente anche la via della seta), ha tempi di percorrenza molto lunghi: un anno e nelle vie marittime anche cinque anni. La sosta nei diversi empori era un po’… il viaggio di Ulisse!

Nell’antichità le spezie erano impiegate nella cosmesi e nelle cerimonie religiose; la loro origine vegetale permette un inquadramento climatico che aiuta gli studiosi nella ricostruzione delle rotte usate dai mercanti. In cucina è noto il largo uso delle spezie, per la conservazione dei cibi più deperibili ma anche per i particolari sapori che erano molto apprezzati dai nostri progenitori. Un mix di contrasti che oggi sono lontani dal nostro gusto ma che fanno parte del clima dell’epoca che passa dal dolce allo speziato, in un assortimento inusuale con carni e pesci. I dolci sono un settore a parte, simbolo di ricchezza e di attenzione per l’eventuale ospite per il quale non si badava a spese, anche tra le classi meno abbienti. Per secoli rimase sconosciuto il luogo d’origine dell’incenso e del cinnamomo (l’apprezzatissima cannella usata in abbondanza in tante combinazioni!); anzi i commercianti arabi raccontavano leggende meravigliose per tenere a bada la curiosità interessate e… aumentare il prezzo!

Del citato autore ricordiamo il capitolo VIII che riguarda appunto la cannella che navigatori indonesiani trasportavano dalla Cina meridionale attraverso l’Oceano Indiano fino alla costa orientale africana.
È Plinio il Vecchio il primo a descriverne il percorso via mare nella Historia naturalis per circa 4.500 miglia.
Fino al I secolo non era conosciuto il regime periodico dei Monsoni; quando sotto Augusto venne messa punto la regolarità temporale, ebbero forte impulso i commerci marittimi attraverso l’Oceano Indiano. Cina, India, Arabia, Africa orientale che facevano giungere a Roma le carovane con i preziosi carichi erano collegate con l’Impero attraverso una rete di piste che attraversavano l’Asia centrale, univano la Cina con Oriente e il Mediterraneo. Le isole dell’Oceano Indiano e del Pacifico (Formosa, le Molucche, Giava, Ceylon) non sfuggivano alle rotte che “dalla costa cinese, dall’Indocina, dalla penisola indiana, passando per il Mar Arabico e il Mar Rosso, dopo un breve tratto per via terra arrivavano ad Alessandria e a Gaza nel Mediterraneo”. Gli empori si trovavano nei punti di incontro delle vie di comunicazione, fossero marittime, terrestri o fluviali; qa incontrava un’umanità cosmopolita, che sapeva trattare oltre le spezie merci diverse: gioielleria, abbigliamento, vini pregiati, grano cotone e corallo,.

Dal latino species sono le merci fragranti e inebrianti di aromi; per citare le più conosciute ecco dall’Estremo Oriente il Legno di Aloe (Aquilaria Malaccensia), la Canfora (Cinnamomum Canphora), il Cassia o Cannella (Cinnamomum Cassia), corteccia arrotolata ed essiccata, i boccioli ancora chiusi noti come Chiodi di Garofano (Eugenia Caryophillata), lo Storace (Styrax), la Noce Moscata (Mystica Fragrans).
Molto apprezzato nella cucina moderna lo Zenzero (Zingiber Officinalis), mentre tipico dell’Indonesia è il Sandalo (Santaleum Album), albero parassita sempreverde; il Cardamomo (Elettaria Cardamom), il Sesamo (Sesamum Indicum) e il Pepe (Piper Nigrum) la spezia più importante nel commercio tra Roma e India. Resine aromatiche molto apprezzate erano il Balsamo (Commophora), l’Incenso (Buswellia Carterii) e la Mirra, (Buswellia Myrra) specie della stessa pianta dell’incenso.
Di notevole importanza per chi voglia documentarsi in maniera approfondita su questo affascinante argomento il testo La via delle spezie di John Keay, considerato tra i fondamentali contributi sui tre millenni di storia e la geografia delel spezie.
La via delle spezie. L’uso delle erbe e delle spezie in cucina, di Mauro Crescenzi – Roberto Russo è invece un prontuario che nasce dall’esigenza dell’utilizzo delle diverse spezie, di cui si parla in maniera semplice e pratica.

A cura di Cristina Borzacchini