Una dieta troppo ricca di sale può favorire l’instaurarsi dell’ipertensione e contribuire ad aumentare il rischio di sviluppare alcune malattie cardiovascolari e renali, calcoli renali, osteoporosi ed è anche associata a un rischio più elevato di tumori allo stomaco.
Per questo il suo consumo deve essere tenuto sotto controllo, tenendo conto che il sodio – il principale componente del sale – che aggiungiamo quando cuciniamo è solo il 36% di quello che ingeriamo mediamente in una giornata, come sottolinea Sabrina Oggionni, dietista di Humanitas Gavazzeni Bergamo: «Più del 50% della quantità di sodio che assumiamo deriva da prodotti trasformati, come i prodotti già pronti. Spesso questo minerale è contenuto in alimenti insospettabili, come i biscotti, i cereali o le fette biscottate, meglio dunque guardare sempre l’etichetta prima di acquistarli, tenendo conto del fatto che spesso i valori variano anche tra cibi che appartengono alla stessa categoria».
Le tipologie di sale
Esistono quattro tipi di sale:
- raffinato, che deriva da un procedimento di raffinazione del sale estratto dall’acqua di mare (marino) e dalle miniere (salgemma)
- iodato, arricchito cioè con iodio, il cui consumo è consigliato a tutti
- integrale, grezzo, che non ha subito alcun processo di raffinazione
- iposodico, in cui parte del sodio viene sostituito con potassio.
I trucchi per limitare il consumo di sale
Questi i consigli per riuscire a consumare meno sale:
- limitare l’uso di condimenti come dadi e salse
- utilizzare alimenti alternativi come spezie, erbe aromatiche, limone e aceto per insaporire i cibi
- non mettere in tavola la saliera, per evitare di aggiungerlo
- salare l’acqua di cottura per pasta e riso dopo la metà del tempo di cottura
- non salare le pappe dei bambini fino al compimento dell’anno di età e abituarli a cibi poco salati.
«Dobbiamo abituarci gradualmente a consumarlo di meno – conclude la dottoressa Oggionni –, a ricondizionare il nostro palato abituato a un’eccessiva sapidità. Basta un breve periodo di astinenza per non sentirne più il bisogno».