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Livia Azzariti: ecco il mio check-up televisivo

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Medico di medicina generale, specializzata in anestesiologia e rianimazione, giornalista, presentatrice elegante e mai oltre misura, Livia Azzariti conduce per il quarto anno consecutivo “Check Up”, la “storica” e popolarissima trasmissione di Rai Uno giunta alla ventiseiesima edizione. Ogni sabato alle 12,15, dagli studi romani di Cinecittà, Livia Azzariti entra con il suo stile semplice e garbato nelle case degli italiani, raccontando i temi della medicina contemporanea. “Check Up”, di cui è anche coautrice, ospita tutte le settimane grandi personalità del mondo scientifico, distinguendosi per serietà ed approfondimento, come una delle più autorevoli ed importanti trasmissioni nel panorama dell’informazione medico-sanitaria. Da brava ed esperta “comunicatrice”, ecco cosa ha risposto sui temi della divulgazione televisiva.

Cosa significa parlare di salute in Tv?
“E’ per noi autori e soprattutto per me una responsabilità enorme. Significa dover parlare di grandi argomenti di attualità che stanno veramente a cuore all’intera popolazione. Tutti noi, infatti, vorremmo sapere come si fa per mantenerci in forma, per vivere bene, per essere in armonia con il nostro corpo, per guarire da certe malattie. La salute è un bene comune e prezioso, ma è anche un argomento vastissimo che va trattato con grande senso di responsabilità. Perché? Sono tanti i soggetti interessati e quelli che ci mettono bocca: perciò, quando prepariamo una puntata di “Check Up”, dobbiamo fare molta attenzione nel selezionare le informazioni, dando solo quelle che – secondo noi – hanno una effettiva garanzia scientifica”.

Quali sono i criteri guida per scegliere gli argomenti di una puntata di “Check Up”?
“Il metodo è semplice e collaudato allo stesso tempo. Seguiamo molto l’attualità perché gli argomenti di medicina sono all’ordine del giorno su tutti i giornali e, spesso, finiscono anche sulle prime pagine. Poi ci documentiamo sulle riviste di settore, ma anche su quelle divulgative di qualsiasi tipo che, quasi tutte, oggi, hanno la loro pagina o rubrica che tratta di salute o medicina. Devo dire che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Spetta a noi autori e alla redazione selezionare, fra tutti gli argomenti, quelli che riteniamo i più importanti, attuali e di interesse generale o quelli su cui c’è minor chiarezza. Poi prepariamo la scaletta variando molto i segmenti della puntata…”

Qualche anno fa “Check Up” era una trasmissione di medicina monotematica…
“…Oggi non più. Si è trasformata in un rotocalco vero e proprio su più argomenti: dopo tanti anni di rubrica medica pura, in cui si sceglieva una malattia o un organo sviscerandolo da tutti i punti di vista, ci sembrava ormai di aver trattato tutto. Dopo 25 anni abbiamo cambiato il “taglio” della trasmissione, considerando anche il boom di notizie medico-scientifiche che riguardano la vita di tutti i giorni: così, abbiamo deciso di prendere lo spunto proprio da queste ultime per poter dare una serie di informazioni serie e scientifiche facilmente fruibili da tutti i telespettatori”.

Non pensa che in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un’overdose di notizie sulla salute in tutti gli organi di informazione?
“Può darsi, ma lo ritengo un fenomeno utilissimo. Non fa altro che rispecchiare la grande domanda che c’è da parte del pubblico: e l’offerta dei mass media si adegua di conseguenza. In parte ritengo ci sia stato un aumento della conoscenza e della consapevolezza individuale sui metodi per conquistarsi e mantenere una buona salute. Anche se molte cose rimangono da fare. Penso che parlare di temi d’attualità come ad esempio il fumo, gli stili d’alimentazione, lo sport e il benessere ed altro serve, sia molto utile e faccia aumentare il livello culturale medio di un Paese”.

E il pubblico che fruisce di queste informazioni è cambiato in questi ultimi anni?
“E’ certamente più consapevole, ne sa di più, è informatissimo… certamente è meno sprovveduto di un tempo e non si fa abbindolare dai falsi esperti”.

Quali sono gli argomenti più graditi dai telespettatori?
“In queste settimane, tutti quelli che riguardano la sicurezza alimentare: dalla crisi della mucca pazza in poi abbiamo avuto numerose richieste. Ma anche prima proponevamo, attraverso i nostri esperti, interviste e servizi sui corretti stili alimentari, sulle diete, sul mangiare sano. Perché questo? Dipende anche dalle cosiddette malattie della società del benessere: il diabete, l’obesità, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari… ma nella scelta redazionale degli argomenti teniamo molto conto dell’attualità giornalistica”.

Come sono trattati, secondo lei, i temi della salute sui giornali e in televisione?
“Peccare di superficialità per un operatore dell’informazione che scrive o parla di salute potrebbe innescare conseguenze gravissime. Ma nel nostro programma non rientra affatto la “tecnica” di “gonfiare” una notizia per renderla più eclatante o attraente. Dobbiamo ricordarci sempre che si parla di salute, di malattie anche gravissime e, di conseguenza, delle speranze di milioni di persone che ci ascoltano: non si può giocare con queste cose. In televisione è fondamentale far capire subito l’argomento, anche il più ostico e difficile, con un linguaggio semplice e chiaro, senza lasciarsi tradire mai dalla tentazione di voler fare lo “scoop” a tutti i costi. Perciò bisogna essere seri e preparati a farlo. Dal mio punto di vista, essere anche un medico mi aiuta perché capisco se una notizia è vera e affidabile o è solo “gonfiata”: la classica “bufala” in gergo giornalistico. Per i giornalisti della carta stampata, invece, è più semplice risultare divulgativi e comprensibili perché il lettore può rileggere un passo che non ha ben compreso. Può anche fermarsi e controllare magari su un’enciclopedia”.

Che succede se la cronaca si occupa di salute?
“Può procurare danni gravissimi: concordo pienamente con quanto ha dichiarato in precedenza un altro grande divulgatore della televisione, Luciano Onder: in tema di salute le responsabilità sono maggiori e le conseguenze, per notizie di cure sbagliate, potrebbero rivelarsi disastrose, soprattutto per chi avesse la pretesa di curarsi da solo, senza consultare il medico di famiglia”.

Come utilizza Internet per il suo lavoro?
“Navigo parecchio, da anni, su alcuni siti specializzati in salute e medicina: cerco informazioni più a carattere generale, utili per il mio lavoro, sia di medico che di giornalista. Sul Web il metodo comunicativo è più semplice ed immediato. Perciò mi piace vedere e confrontare come sono trattati certi argomenti per poi applicare in televisione le migliori tecniche divulgative”.

A cura di Umberto Gambino