Zika, l’emergenza è finita. È il verdetto dell’ultima riunione del Comitato d’emergenza su Zika e microcefalia dell’Oms-Organizzazione mondiale della Sanità. Il direttore generale dell’agenzia delle Nazioni Unite ha comunicato come l’infezione da virus Zika e le sue conseguenze non costituiscano più una Emergenza per la salute pubblica di interesse internazionale. Il problema però resta anche se è necessario un tipo di contrasto non più emergenziale ma nel lungo periodo.
Era il 1 febbraio 2015 quando l’Oms dichiarò i casi di microcefalia nei neonati in Brasile e in altri Paesi dell’America Latina e l’associazione con Zika un’emergenza sanitaria di interesse internazionale. Dal 2007 75 tra Stati e territori nazionali hanno riferito casi di infezione da virus Zika, di questi 67 solo nel 2015. Il Paese latinoamericano è stato quello più colpito dall’epidemia proprio alla vigilia dei Giochi olimpici di Rio de Janeiro dello scorso agosto, un evento che molti temevano potesse peggiorare le dimensioni della pandemia. Più di recente, invece, il virus è arrivato anche negli Stati Uniti interessando alcune zone della città di Miami. Diversi Stati hanno poi comunicato contagi da persona a persona del virus Zika, un virus trasmesso principalmente dal morso di zanzare Aedes infette.
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Molti aspetti dell’infezione da Zika virus ancora da comprendere
Dopo la dichiarazione di pubblica emergenza dell’Oms è stata definita una risposta urgente e coordinata tra Oms, Stati membri e altri soggetti per frenare la diffusione dell’epidemia. Anche la ricerca ha dato il suo contributo documentando il legame causa/effetto tra infezione da virus Zika, microcefalia fetale e altri disturbi neurologici.
Nonostante la fine dell’emergenza, conclude l’Oms, l’infezione da virus Zika e le sue conseguenze associate rimangono una rilevante sfida per la sanità pubblica. Molti aspetti devono essere ancora approfonditi e compresi ma ora è possibile contrastare il fenomeno in modo diverso. È necessario mettere in atto un forte e duraturo meccanismo tecnico per una risposta globale all’infezione che tenga conto del lungo periodo, ha detto l’agenzia.
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